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Data: 05/01/2010 - Ora: 10:36
Categoria:
Cultura
La cerimonia inizia alle 10 del 15 gennaio con il corteo accademico: i presidi, con indosso la toga, entreranno in base all’ordine di nascita delle singole facoltà.
Venerdì 15 gennaio, l'Università di Bari cambia nome, non più Università d iBari benito Mussolini bensì Aldo Moro. tributando così lo statista, pugliese, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, e docente dell'Ateneo del capoluogo pugliese. Nulla è stato lasciato al caso, neppure la scelta del luogo e della data: l'inaugurazione del primo anno accademico avvenne esattamente 85 anni prima, nel 1925, anche allora al Petruzzelli. "Vogliamo rilanciare la nostra università - è fiero il rettore Corrado Petrocelli - senza dimenticare il passato". La cerimonia inizia alle 10 con il corteo accademico: i presidi, con indosso la toga, entreranno in base all'ordine di nascita delle singole facoltà.
L'intervento del rettore Petrocelli sarà preceduto dalla esecuzione dell'inno nazionale. Dopo il saluto, al presidente Napolitano sarà consegnato il sigillo d'oro, donato inoltre alla famiglia dell'insegne uomo politico. In prima fila siederanno anche due dei tre figli del giurista, Agnese e Giovanni Moro. Il legame fra l'università di Bari e il leader storico della Democrazia cristiana è testimoniato da più episodi. A Aldo Moro nel 1962 venne conferito un riconoscimento dal rettore dell'epoca Vincenzo Ricchioni per il contributo alla nascita del Centro di alti studi agronomici mediterranei.
Nel 1975 a Moro venne consegnato il sigillo d'oro da parte del professor Ernesto Quagliariello, in occasione del cinquantenario della nascita dell'Ateneo barese, quale espressione di elogio per l'impegno profuso in favore dell'Ateneo. Il giurista non prese parte alla manifestazione: da Roma, dove si era trasferito seguire la politica, inviò un discorso di ringraziamento. Come in ogni manifestazione in pompa magna che si rispetti, tra l'attesa che di certo è grande, c'è anche lo scontento degli studenti che vedono nel cambio del nome solo una manovra di facciata. E a farlo, tra gli altri, anche l'Unione degli Studenti Democratici, lontani dalle ideologie di destra, ma sul loro sito così si legge: "Se il cambio di nome dell'Università vuole essere un simbolo del cambiamento nel nostro Ateneo - cambiamento ancora lontano dal divenire realtà, fin'ora espresso quasi solo a parole - , avremmo voluto che questa denominazione venisse adottata al termine di un percorso di cambiamento, delle regole, delle norme sui diritti degli studenti, del reclutamento dei docenti, dopo aver implementato servizi e elevato la qualità della didattica. Quando i timidi tentativi di questi ultimi due anni diverranno realtà si sarebbe dovuto cambiare il nome dell'Università degli Studi di Bari, fino ad allora avremmo preferito tenerlo a monito della storia che dobbiamo, tutti insieme cambiare".
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