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Data: 05/12/2009 - Ora: 09:04
Categoria:
Cultura
L’onorificenza, attribuita il 2 giugno 2009 con decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata consegnata al professore per le mani del presidente della Corte d’Appello Mario Buffa
È stata conferita il 28 novembre 2009 nella Prefettura di Lecce al professor Bruno Pellegrino la prestigiosa onorificenza dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, il primo tra gli Ordini nazionali destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell'economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
L'onorificenza, attribuita il 2 giugno 2009 con decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è stata consegnata al professore per le mani del presidente della Corte d'Appello Mario Buffa. Il professor Pellegrino, ordinario di Storia Moderna nonché preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo salentino, vanta un lungo curriculum accademico che lo ha visto impegnato sia sul fronte della ricerca che su quello degli impegni istituzionali ( preside, direttore di istituto e più volte di dipartimento, diverse deleghe nei diversi rettorati, e). Socio sia dell'Accademia Pugliese delle Scienze sia dell'Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli, è ora presidente dell'Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell'Area Mediterranea. Nel 1986 ha fondato e tuttora dirige la sezione pubblicazioni del Dipartimento di Studi Storici, giunte a circa 150 titoli.
Il professor Pellegrino ha approfondito il rapporto tra società e istituzioni ecclesiastiche nel Mezzogiorno moderno, con particolare attenzione agli aspetti giurisdizionali, patrimoniali religiosi, e di ordine politico, dal cui esame sono risultate sia la grande capacità di adattamento di tali istituzioni ai vari cambiamenti imposti da fasi storiche diverse e dai condizionamenti del territorio, sia la revisione storiografica, relativamente a quanto indagato, della "monoliticità", unica ed indifferenziata, del Mezzogiorno dei secoli XV-XIX. Tali interessi hanno dato luogo a volumi, saggi, articoli, rassegne, organizzazione di convegni nazionali ed internazionali. Tra gli altri, si possono segnalare i volumi dedicati ad alcuni aspetti riguardanti il Mezzogiorno nella fase critica di formazione dello stato nazionale unitario, come quello sul "famigerato" Caputi, il vescovo filoitaliano che la storiografia borbonica accusò dell'avvelenamento di Ferdinando II e l'altro su Chiesa e rivoluzione unitaria nel Mezzogiorno, nel quale con una vasta documentazione dell'Archivio Segreto Vaticano e dell'Archivio Centrale dello Stato, si individuano le ragioni dello scontro profondo e spesso drammatico tra ministri e governatori da un lato e vescovi meridionali dall'altro nel corso del 1860-61.
A metà anni Settanta il professore ha soggiornato in Spagna per ricerche negli archivi di Simancas (Valladolid), Madrid e Barcellona; successivamente ha poi frequentato con continuità, alternando l'attività didattica a quella di ricerca, l'Archivio di Stato di Napoli, l'Archivio Centrale dello Stato e l'Archivio Segreto Vaticano. L'impegno didattico, oltre agli inviti a svolgere seminari in atenei italiani e stranieri, è stato svolto ininterrottamente nell'ateneo salentino, nel quale quindi raggiunge, in quest'anno 2009, quarantasei anni di presenza, essendovi entrato come studente nel 1963.
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