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Data: 06/04/2009 - Ora: 10:35
Categoria:
Cultura
Il pubblico salentino avvolge, invece, l'artista con tutto il suo calore manifestando, per tutta la durata dell'esibizione, il proprio gradimento.
L'artista si è presentato al suo pubblico offrendo il nuovo repertorio del secondo capitolo, che ancora mancava, dei suoi "Fleurs". Chiude, così, una trilogia iniziata nel 1999 con Fleurs (1) e proseguita nel 2003 con Fleurs 3. Ognuno di questi capitoli ha sempre stregato e stupito per eleganza, finezza ed una passione dominata da gusto sottile.
Fleurs 2 rispecchia pienamente le aspettative del pubblico. In esso sono raccolti brani che l'artista fa riemergere dal passato con nuova vita e nuove sonorità. Da Sitting on the dock of the Bay di Otis Redding a Il Carmelo di Echt di Juri Camisasca, da Il venait d'avoir 18 ans a L'addio, portati al successo il primo da Dalida e il secondo da Giuni Russo, da Era d'estate di Sergio Endrigo a E più ti amo di Alain Barrière, oltre all'inedito Tutto l'universo obbedisce all'amore, e ai brani più noti della sua luminosa carriera.
Il maestro entra in scena accompagnato dai suoi fedelissimi (Manlio Sgalambro, Carlo Guaitoli, Angelo Privitera, Davide Ferrario) e dal Nuovo Quartetto Italiano e, con eleganza e magia, cattura il pubblico, trascinandolo in calde ed auliche atmosfere sonore. Le sue parole volano nell'aria, accompagnate da gesti e movenze proprie di un direttore d'orchestra. Egli, il mentore, il pubblico discepolo, attento a cogliere il suo pensiero musicale.
E via con Era d'estate, Te lo leggo negli occhi, Mesopotamia, Casta diva, e molte altre. E non si può fare a meno di Perdersi in questo incantesimo. Tra una canzone e l'altra l'artista dialoga, dando del tu al suo pubblico, e lo fa in modo sobrio, fine, confidenziale, ripercorrendo, con molta ironia, diversi episodi della sua vita artistica e privata.
Come quando partecipò, con grande entusiasmo, ad una gara per giovani cantanti esordienti a Milano e, poiché il look di quel periodo (anni '70) era caratterizzato da barba e capelli molto lunghi, venne scambiato per un barbone da un passante che, in dialetto milanese, gli consigliò di darsi una ripulita; o quando fu scelto per esibirsi all'estero, unico rappresentante italiano di musica elettronica e sperimentale, ed una volta salito sul palco venne scambiato per il tecnico dei suoni. Quando il pubblico si accorse che era, invece, l'artista tanto atteso, gli fu gridato "go home!"
Il pubblico salentino avvolge, invece, l'artista con tutto il suo calore manifestando, per tutta la durata dell'esibizione, il proprio gradimento. Il maestro, in cambio, dona le sue preziose note e parole, arrivando dritto all'essenza dell'ascoltatore, in una fusione che sembra avere qualcosa di magico.
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