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Approvato il nuovo Statuto dell'Università del Salento, la soddisfazione di Laforgia

Data: 28/07/2011 - Ora: 09:03
Categoria: Cultura

Approvato il nuovo Statuto dell'Università del Salento, la...

"Noi abbiamo deciso di non ritardare ulteriormente questo processo di cambiamento del nostro Ateneo"

È stato approvato il nuovo Statuto dell'Università del Salento. Ieri il Senato accademico, dopo il parere favorevole del Consiglio di Amministrazione del 25 luglio scorso, ha definitivamente deliberato. L'iter procedurale prevede ora che lo Statuto deliberato sia inviato al Ministero dell'Università per le verifiche di legge. «Devo ringraziare tutti i membri della Commissione che hanno lavorato senza limiti di orario e senza risparmiarsi alla stesura dello Statuto», dice il Rettore Domenico Laforgia, «nonostante le accuse più o meno arbitrarie che alcuni sindacalisti hanno mosso al loro operato. Tutto quello che potevamo fare per garantire uno Statuto moderno lo abbiamo fatto. Sono consapevole del fatto che alcuni di noi non hanno mai accettato l'intera riforma e la cosiddetta Legge Gelmini ma oggi è legge dello Stato, a cui dobbiamo riferirci, che ci piaccia oppure no.

«Non voglio commentare le accuse di scarsa partecipazione democratica mosse da alcuni sindacalisti anche perché, ancora oggi, non mi è chiaro come circa duemila persone (tanti sono più o meno i dipendenti di UniSalento e circa 26mila studenti) avrebbero potuto partecipare alla scrittura di un documento, se non attraverso momenti di confronto assembleare, così come abbiamo fatto. Di confronti con la comunità accademica ne abbiamo avuti due con le Conferenze di Ateneo e uno ‘virtuale' che è durato per tutto il periodo di elaborazione dello Statuto, attraverso il quale tutti hanno potuto inviare le loro idee via mail (o direttamente sui giornali). Abbiamo rispettato i tempi di ognuno e le opinioni di tutti ma non tutte erano purtroppo compatibili con lo spirito e con gli articoli della Legge, né con la visione condivisa dalla maggioranza dell'Ateneo. Alla luce dei risultati è evidente che il consenso c'era ed era ampio. «Per quanto riguarda la validità del parere espresso dall'ultimo Consiglio di Amministrazione, devo precisare che è stata fatta grande confusione tra la funzione deliberante, ovvero decisoria del Senato, e la funzione consultiva, cioè con la richiesta di parere del CdA. Che la legge Gelmini preveda il parere favorevole del Consiglio di Amministrazione non significa certo attribuirgli poteri deliberanti.

«Qualcuno ha chiesto più tempo, la proroga di tre mesi che, considerando il mese di agosto, si ridurrebbe a due, per riflettere ancora. Ma anche in questo caso, ha contato l'indicazione di rinunciare alla proroga pervenuta dalla seconda Conferenza di Ateneo e da un voto espresso a larga maggioranza dal Senato Accademico. È vero che altri Atenei la stanno utilizzando, ma come sempre bisogna guardare le cose nella loro complessità: nella maggioranza dei casi si tratta di quegli Atenei i cui rettori, in naturale scadenza nel 2012, con la proroga guadagnano un altro anno di rettorato, perché la Legge Gelmini prevede che il rettore che vara il nuovo stato debba rimanere in carica per due anni dall'approvazione dello Statuto stesso. Quindi, ci sono altri fattori che entrano in decisioni che apparentemente sembrano dettate dalla volontà di riflettere sul futuro.

Noi abbiamo deciso di non ritardare ulteriormente questo processo di cambiamento del nostro Ateneo, perché indugiare significa soltanto rimanere in una situazione di stallo per un altro anno e, cosa più dannosa, sottoporci al rischio di vedere il nostro futuro Statuto redatto dai commissari ministeriali, i quali certamente non terrebbero conto delle peculiarità del nostro Ateneo. «Non c'è spaccatura all'interno degli Organi, ci sono alcuni membri che non hanno mai accettato la Legge Gelmini e tutto quello che ne deriva, compresi gli Statuti, e ci sono alcuni rappresentanti sindacali che temono la riduzione dei loro spazi. Perché vi sia un "muro contro muro", come leggo sui giornali, è necessario che vi siano due muri, ovvero due "autoritarismi" che si scontrano.

Io non credo onestamente di essere una persona autoritaria ma forse autorevole, perché ho sempre agito e sempre agisco nel bene dell'istituzione vista nella sua complessità e non per conservare i privilegi o i benefici di questa o quella categoria. Per me tutti i lavoratori dell'Università del Salento, docenti, personale tecnico e amministrativo, precari e contrattisti hanno la stessa dignità e devono godere della stessa attenzione dal parte dell'Amministrazione. Ma comprendo anche che ognuno debba svolgere il suo ruolo, mi piacerebbe, tuttavia», conclude il Rettore, «che questo fosse fatto nel rispetto della persona e senza scivolare in volgarità gratuite».

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