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Data: 23/10/2025 - Ora: 12:04
Categoria:
Cultura
XXX Domenica del tempo ordinario, 26 ottobre
"Un fariseo – racconta oggi Gesù in una sua parabola – certo di essere un giusto, andò a pregare al tempio. Si pose davanti,
testa alta e, in piedi, cominciò a vantarsi dei suoi meriti, davanti a Dio: pagava il giusto agli operai, pregava, rispettava la legge,
a differenza di colui che gli stava dietro...un pubblicano che, invece, in ginocchio, testa bassa, in fondo al tempio, si batteva il
petto e chiedeva perdono delle sue colpe. Alla fine della loro preghiera, il fariseo tornò a casa con l’aggiunta della colpa della
sua supponenza, mentre il pubblicano meritò il perdono divino per la sua sincera umiltà."
E’ un richiamo per noi il Vangelo odierno: noi, borghesi, culturalmente dotati, capaci di critica sociale, abituati a sentirci
privilegiati, talora rischiamo di autoesaltarci, ponendoci nel rischio di perderci, lontani da Dio. Soltanto gli umili, infatti, che si
riconoscono poveri e peccatori saranno inclusi nel piano della divina Salvezza. Figli di Dio.
Preghiamo con cuore sincero: "Dio mio, che io mi riconosca bisognoso della tua misericordia e dell’aiuto fraterno della
comunità cristiana. Pietà di me, o Dio! Miser?re!"
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di Maria Nocera
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