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Xylella. Gli alberi muoiono e la politica discute

Data: 11/09/2017 - Ora: 17:06
Categoria: Politica

xylella

Accuse tante, soluzioni poche

Puntuale come ogni anno, subito dopo l'estate, arriva l'attenzione sulla morte degli ulivi. In questa stagione ci si accorge che gli amati alberi non saranno più fruttuosi come nel passato e allora la politica, tutta, si appresta a dare colpe (tante), soluzioni (poche), interventi (ancor meno). Il viceministro Teresa Bellanova ha tuonato ieri accusando chi negli ultimi anni non ha fatto nulla per arginare il problema e il riferimento più o meno esplicito è rivolto al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

"Chi aveva attaccato il Piano Silletti e il Governo garantendo che con il passaggio all’ordinarietà si sarebbero messe – finalmente - in cantiere tutte le azioni giuste per sconfiggere la xylella e salvare il paesaggio salentino ora, dinanzi a reportage di stampa che indicano senza tema di smentite la devastazione del territorio, dovrebbe raccontarci cosa ha fatto in questi due anni e come perché davanti a noi c’è solo il disastro".

Così la VM Teresa Bellanova, componente Segreteria nazionale Pd, nel corso dell’incontro oggi a San Pietro Vernotico nell’ambito della Festa dell’Unità dinanzi ad una platea gremita, dove erano presenti anche numerosi olivicoltori della zona.
"So bene", ha proseguito la VM, "come molti di voi siano assediati dalla paura per l’avanzare di un batterio che non perdona e per il rischio di vedere infranti colture, progetti aziendali, investimenti. Proprio per questo come Parlamento e come Governo avevamo lavorato con serietà e con rigore decretando la gestione commissariale e una serie di azioni e misure sostenute con forza dal Pd in Commissione e in Aula, fino al Piano olivicolo nazionale.
Chi aveva sostenuto le ragioni del Commissariamento aveva subito offese e attacchi, spesso al limite dell’ingiuria quasi che il paesaggio salentino, invece che essere messo a rischio e doversi difendere dall’avanzare di una epidemia terribile degli ulivi, si dovesse difendere da chi lavorava per affrontare l’emergenza indicando con chiarezza nella filiera istituzionale e nella alleanza tra istituzioni centrali, enti territoriali, enti di ricerca, imprese e olivicoltori l’unico baluardo possibile. Era questa, lo ricordo per chi non ha memoria, la strada tracciata nell’incontro di Alezio dell’ottobre del 2014 dove, per la prima volta, intorno al tavolo c’erano tutti gli attori impegnati a sconfiggere la xylella fastidiosa: dai ricercatori alle imprese, al Governo, alle Istituzioni regionali e territoriali, ai decisori politici alla rappresentanza parlamentare salentina. Un convegno che aveva assunto ben presto il profilo di un vero e proprio incontro tecnico con scadenze, impegni e un’agenda di lavoro forte della risoluzione del gruppo Pd approvata in sede di Commissione Agricoltura che chiedeva con chiarezza al Governo, impegnandolo ad accelerare sulla nomina del Commissario ad Acta e sulla costituzione di una task force per gli interventi fitosanitari, ad assumere iniziative per finanziare, in collaborazione con le regioni a vocazione olivicola, un piano di ricerca a vasto raggio in grado di indagare il fenomeno nella sua complessità e di offrire risposte ecologiche alla grave emergenza. Tutte misure poi accolte dal Governo".

E se la Bellanova accusa la Regione c'è chi punta il dito verso il Governo, ed è MdP con Abaterusso e Paolucci: "Diciamoci le cose come stanno: nemmeno il governo ha fatto fino in fondo la sua parte. E tutti - ma proprio tutti - qui da noi hanno operato, due anni fa ed in seguito, nella sostanza, perché nessuna pianta fosse abbattuta. Cedendo, la nostra comunità, ad una posizione "romantica" che ha danneggiato economia e paesaggio più di quanto non l'avrebbe fatto l'abbattimento immediato di tutte le piante infette. Questo va riconosciuto, come va riconosciuto che il Presidente della Regione ha ceduto anch'egli ad una logica di mera contrapposizione al governo, tirando la volata a certo fondamentalismo ambientalista e a posizioni antiscientifiche. Ed anche una parte della magistratura ha le sue responsabilità, nel momento in cui, sorprendentemente, ha cominciato ad indagare, sul caso, scienziati e tecnici della materia. Ma, pur riconoscendo tutto ciò, non ci sfugge che il governo non ha mai fatto la sua parte sino in fondo. Il commissario poteva agire, perché ne aveva i poteri. La sua inefficienza e l'inefficacia della sua azione hanno pesato non poco nella direzione di dare fiato allo stallo che si è determinato nella lotta al batterio. Diciamo questo perché siamo sorpresi dall'ultima presa di posizione della viceministro Bellanova. Addossare ogni responsabilità alla Regione può essere comodo ed autoconsolatorio. Può essere un pezzo di propaganda per le prossime elezioni politiche , ma non sposta di un millimetro la situazione. Infine, dati i precedenti, fallimentari interessamenti del succitato esponente governativo alle più varie questioni (dalla vicenda Almaviva Roma, oltre 3000 posti di lavoro andato in fumo, manifattura tabacchi, BAT, altri 1000 lavoratori messi alla porta, alla Tap, fino all'affaire Global Med), oggi, sarebbe meglio che non mettesse affatto mano alla lotta alla Xylella, perché il risultato della sua azione sarebbe altrettanto disastroso".

Non meno roboanti le parole di Casili, M5S: "Individuare le risorse necessarie ad avviare monitoraggi, coinvolgendo sia gli operatori agricoli locali che tutte le università e gli enti di ricerca, a partire dall’Università del Salento, al fine di studiare il germoplasma delle piante di ulivo che pur trovandosi nelle zone definite infette, non presentano alcun sintomo della malattia" questo l’obiettivo di una mozione depositata dal consigliere regionale M5S Cristian Casili, vice presidente della V Commissione Ambiente.

"Sono frequenti le segnalazioni - dichiara il consigliere salentino - provenienti anche dai produttori olivicoli leccesi, di piante di ulivo afferenti a varietà sia spontanee che coltivate che non presentano alcun sintomo di infezione. Viceversa pervengono segnalazioni di piante della varietà Leccino, finora considerata resistente, che manifestano i sintomi del disseccamento. Il germoplasma locale rappresenta una risorsa genetica fondamentale costituita da una serie successiva di incroci avvenuti in natura che hanno arricchito la biodiversità olivicola locale, a partire da varietà da sempre esistenti sul nostro territorio, tanto da fornire soluzioni concrete per la gestione della malattia, alternative all’introduzione di cultivar alloctone che essendo estranee ai nostri ambienti richiederebbero tecniche colturali e condizioni pedoclimatiche non coincidenti con quelle del territorio salentino."

Il consigliere pentastellato ricorda come negli Stati Uniti la strategia di gestione della malattia di Pierce che colpisce la vite, abbia escluso da anni la possibilità di eradicazione puntando piuttosto ad una più concreta strategia di convivenza.

"Ipotesi - conclude Casili - che abbiamo più volte proposto di seguire, per la quale occorrono costanti osservazioni in campo finalizzate a definire la distribuzione della malattia e le possibili fonti di resistenza. E’ dunque più che mai indispensabile avviare un’attività di monitoraggio e censimento georeferenziato delle piante coltivate e/o semenzali che si trovano nella zona infetta, per ottenere informazioni volte ad individuare le piante che, dalla comparsa dei primi sintomi ad oggi, non manifestano alcun disseccamento."

Autore: Maria Nocera

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