Mai la Parola di Dio prescinde dal contesto in cui vive l'uomo, che, in particolare d'estate, sente il
bisogno di essere sostentato nelle sue numerose fragilità e di vedere saziata la sua vera fame
d'eternità, espressa spesso purtroppo, da desideri edonistici menzogneri, disumani.
Mentre contempliamo, grati, la notte di veglia, che Gesù trascorre sul monte, a tu per tu, col Padre,
progettando l'Eucarestia per l'umanità di tutti i tempi, ci sentiamo abitati da grande emozione, per
l'Amore con cui Dio, Trinità, rende pane spezzato il corpo di Gesù Signore.
Il Vangelo, nella sua concretezza, ci invita a guardare alla moltiplicazione dei pani e dei pesci (una
piccola riserva di cibo al seguito degli apostoli) non tanto per fare luce sull'eccezionale miracolo di
Gesù, a vantaggio di migliaia di persone, ( per ascoltare la Parola, in tanti hanno dimenticato la loro
"corporeità" bisognosa di cibo), quanto soprattutto per evidenziare che Dio "ha bisogno" del nostro
piccolo contributo ( pochi pani e pesci) per operare il suo intervento "eccezionalmente divino".
È stupendo contemplare il Signore, che associa sempre alla sua opera, la nostra umanità povera,
meschina, ma dalla Redenzione, resa Sua figlia.
Adorando l'Eucaristia, in questa solennità, fissiamo, quindi nel "pane", che Gesù continua a
trasformare nel Suo corpo, il nostro modesto contributo (frutto della terra e del nostro lavoro) al
perpetuarsi del Sacramento pasquale fra noi.
Il Signore, per manifestarsi vuole la partecipazione della sua creatura, per ricordarci che non è
possibile la "nostra" salvezza senza di "noi".
Domandiamoci anche : "Quale sapore avrebbe, fin da oggi, la nostra vita, se escludessimo
Dio-Amore dai nostri giorni?".