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Data: 21/01/2010 - Ora: 09:42
Categoria:
Economia
La generazione privata di una vecchiaia dignitosa. Dal 23 gennaio raccolta firme nelle piazze del Salento. Prima tappa sabato mattina a Lecce, in via Trinchese
Dal 1^ Gennaio 2010 sono entrati in vigore i nuovi coefficienti di rivalutazione su cui si calcoleranno i trattamenti pensionistici. Si tratta cioè di quei numeri che, moltiplicati per la totalità dei contributi versati, danno come risultato la pensione dovuta a ciascun lavoratore. Ogni tre anni quei numeri andranno rivisti al ribasso, man mano che crescerà la speranza di vita.
Luca Toma, il segretario NiDiL CGIL Lecce non usa mezzi termini: "Compensi molto bassi e carriere frammentate produrranno pensioni ai limiti della sopravvivenza, inferiori all'assegno sociale. Si rischia di compromettere le speranze di un'intera generazione".
Secondo questo sistema contributivo, le pensioni saranno calcolate sull'ammontare dei contributi effettivamente versati da ciascun lavoratore nel corso della propria carriera lavorativa: ciò determinerà una copertura dei futuri assegni pensionistici pari a meno del 60% dell'ultima retribuzione percepita. Gli effetti dei nuovi coefficienti saranno nefasti: sul potere d'acquisto dei pensionati e delle pensionate del futuro, sulle loro condizioni di vita, sulle loro possibilità di far fronte ai propri bisogni minimi.
Una condizione che potrà, in parte, essere recuperata solo da un consolidamento della previdenza complementare, finanziata per i lavoratori subordinati dalle somme accantonate a titolo di trattamento di fine rapporto (Tfr). Possibilità difficilmente praticabile per i lavoratori che non hanno una continuità nei rapporti di lavoro (contratti a termine, lavoro in somministrazione), e del tutto preclusa per tutte quelle tipologie contrattuali che rientrano nel calderone della parasubordinazione (varie forme di collaborazione), le cui garanzie sono assolutamente esigue. Non c'è tempo da perdere: si rischia infatti di compromettere le speranze di un'intera generazione per cui il Lavoro, oltre a non garantire condizioni degne nel presente, non sarà in grado di costruire una tutela dignitosa per la vecchiaia.
Su questi temi è impegnato da tempo il NIdiL CGIL, che in questi giorni sta promuovendo in tutta Italia *la campagna di raccolta firme "Mandiamo la precarietà in Pensione", con cui intendiamo sostenere le richieste avanzate al governo nazionale in tema di politiche previdenziali, con particolare riguardo alla condizione dei lavoratori discontinui. Una campagna importante che va sostenuta perché forte della consapevolezza che con l'impegno quotidiano, di tutti, si possono costruire le condizioni per un sistema più equo ed efficiente. Se sei un lavoratore discontinuo o precario pensaci bene, pensaci adesso.
Firma anche tu per una pensione più giusta: www.nidil.it. A Lecce sarà allestito un sito per la raccolta firme sabato 23 gennaio in via Trinchese, dalle 9.30 alle 13.00. Nei giorni successivi saranno organizzati banchetti per la petizione in tutta la provincia. Puoi firmare anche in tutte le sedi cittadine della CGIL.
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