Di fronte a schermo e tastiera, bianche o grigie, dipende dove sono, ogni giorno, più volte al giorno, ormai è inutile pure digitare il sito a cui vorrei connettermi. E' già lì e mi aspetta come preferito. Basta una F e www.facebook.com esce fuori in automatico. Saranno i miliardi di volte che mi hanno portato a digitare l'indirizzo, saranno i pc e i Mac di tutto il mondo che ormai lo sanno. Facebook è cosa di tutti. E' casa di tutti. Ogni giorno, più volte al giorno. Il mio gesto, il tuo gesto, il nostro gesto, è ripetuto tale e quale in un grattacielo di Tokyo, in un appartamento di Los Angeles, in un villino a Città del Capo, su un'amaca di una casa alle Hawaii, a Lecce, a Roma, a Berlino, a San Francisco, a Monaco, a Il Cairo, a Sofia, a Mosca. A ripeterlo è una studentessa, un designer, una casalinga, un'impiegata, un adolescente, un cantante, un disoccupato, un'attrice, un uomo, una donna. Tutti, ovunque. In Italia il 35% della popolazione.

E a parlare sono i numeri. Da quel lontano 2004, da quella lontana intuizione, sono passati otto anni. Da Cambridge al mondo, il passo è stato breve e da pochi a un miliardo di iscritti, pure. Perché oggi, dopo soli otto anni, è stata soffiata la miliardesima candelina e proprio il suo fondatore Mark Zuckerberg ha voluto ringraziare e omaggiare gli utenti con un video celebrativo.
L'augurio di Zuckerberg è di continuare a far connettere il mondo migliorando sempre di più un prodotto che ormai tutto il mondo sente suo.
L'augurio degli utenti è di continuare a comunicare, commentare, condividere utilizzando uno strumento sempre più innovativo e al passo con i tempi entrato nella cultura di tutti, oggetto di discussione e di tante storie che attraverso uno schermo, un mouse e una tastiera hanno cambiato la vita di milioni di persone.