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Data: 25/06/2002 - Ora: 10:35
Categoria:
Cultura
La monumentale opera è lunga 8,26 metri ed è alta 2,10 metri. E’ composta di sette pannelli, uniti insieme. Fu commissionata al pittore dal proprietario del teatro nel ’49. Collocata nel foyer dell’Ariston, fu ammirata già in occasione della cerimonia d’inaugurazione del complesso Ariston – Fiamma, nell’autunno di quell’anno. Pochi mesi dopo, l’artista scomparve improvvisamente, stroncato da un infarto. Nella sua unità espressiva, l’ampia tela rappresenta "Il teatro della vita", descrivendo le passioni umane: il dolore e la sofferenza, la gioia e l’esaltazione dei piaceri della vita, il sentimento, gli affetti e l’unione amorosa. Interessato all’acquisto del dipinto si dimostrò, da subito, il Presidente della Provincia, Lorenzo Ria, intenzionato ad acquisirlo per esporlo nelle sale del museo provinciale "S. Castromediano". Ma stringenti contatti con i proprietari li ebbero anche il Comune di Lecce e, sembra, anche un gruppo di privati cittadini. Ebbe la meglio, alla fine, il Comune di Lecce e la grande pittura fu smontata e trasportata presso una stanza del castello di Carlo V, depositata in attesa di migliore e definitiva collocazione. Sono ormai trascorsi molti mesi e l’opera è sempre là , al buio e, ovviamente, non disponibile al pubblico. Da una porta a vetri s’intravede da fuori una sola parte del quadro: alcuni dei pannelli sono nascosti, perché sistemati – forse – sulla parete laterale. Così, l’opera non si può ammirare nella sua completezza, neppure "spiandola"… Anche perché alcune suppellettili sono riposte davanti. Sembra che essa sia provvisoriamente tenuta in deposito nell’attesa dell’allestimento di una futura Pinacoteca Comunale, presso la quale dovrebbe essere definitivamente collocata ed esposta al pubblico. Sorge spontanea la domanda: perché quest’opera è tuttora tenuta nascosta e sottratta alla vista di visitatori ed ammiratori? Perché, nell’attesa che si realizzi la futura struttura espositiva, non è collocata in una delle tante sale del Castello e, magari, esposta, anche in occasione delle ricorrenti mostre organizzate? Troppo breve è stato il periodo, sei mesi orsono, in cui è apparsa insieme con altre opere di pittori salentini. Sarebbe produttivo per la conoscenza e la cultura dei visitatori potersi soffermare per ammirare questa, ma anche altre pregevoli opere di artisti leccesi, ora giacenti nelle stanze del Comune; opere che costituiscono un punto fermo nella storia artistica del Salento. Tutto ciò anche per ricordare ed onorare uomini che hanno operato per l’affermazione della nostra città nell’arte e nella cultura.
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