"Comprendo il disagio in cui si dibatte la responsabile della "Casa delle Donne" a cui, meno di un anno fa, è stata data in uso, come sede, una parte dell'ex Liceo musicale "Tito Schipa", di proprietà della Provincia; immobile che dovrà essere a breve sottoposto ad un importante intervento di ristrutturazione per essere poi destinato, come a suo tempo concordato con l'Ente finanziatore – la stessa Regione Puglia – a sede della Fondazione I.C.O. "Tito Schipa". Mi lascia invece molto perplesso il contenuto di alcune dichiarazione della VicePresidente della Regione, Loredana Capone, la quale, con serenità olimpica, ritiene che la permanenza della "Casa delle Donne" nella struttura, una volta che questa sia stata ristrutturata, sia del tutto compatibile con gli usi che dell'immobile dovrà fare la Fondazione I.C.O. Come dire: "la Giunta Provinciale, di cui io stessa facevo parte, ha combinato un pasticcio (è casuale la coincidenza della concessione in uso con la vigilia delle Elezioni Provinciali della primavera 2009?), tocca a voi ora risolvere il problema".

Per ristabilire la verità va ribadito come la Regione abbia a suo tempo finanziato le opere di riqualificazione dell'immobile con lo scopo di destinarlo specificatamente a sede dell'I.C.O. e come la Provincia, al momento di stipulare il contratto di comodato con la "Casa delle Donne", abbia inserito (all'art.2) una riserva di recessione "senza preavviso, in presenza di motivi di interesse pubblico ovvero di imprevisti e urgente bisogno dell'Ente."

Ora, a distanza di pochi mesi, quella che è stata – a suo tempo – un'indiscutibile leggerezza della passata amministrazione della Provincia (l'aver concesso una parte dello stabile per l'uso di cui si è detto, alla vigilia di un radicale intervento di ristrutturazione con finalità ben precise, riconosciute valide dalla Provincia nella fase di programmazione dell'intervento e dalla Regione all'atto del finanziamento del progetto) porta la VicePresidente della Giunta Regionale, Loredana Capone, ad una deliberata distorsione della verità e realtà dei fatti, ingenerando in chi legge le sue dichiarazioni opinioni erronee o giudizi tendenziosi. In questa fase sarebbe preferibile, ed in questa direzione sarà esperito – col contributo di tutti - ogni tentativo possibile, ricercare di comune accordo la soluzione ragionevolmente più praticabile".