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I saldi in Puglia, i consigli e gli obblighi dei negozianti

Data: 07/01/2010 - Ora: 08:44
Categoria: Economia

I saldi in Puglia, i consigli e gli obblighi dei negozianti

Ogni famiglia quest’anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro

Da un recente sondaggio Format-Confcommercio è risultato che l'87,2% dei commercianti intervistati è favorevole ad una data unica di inizio dei saldi sia invernali, sia estivi. Se ci sono forti consensi per un inizio unificato dei saldi in tutta Italia, non risulta altrettanto sul tema "liberalizzazione".

Dallo stesso sondaggio si ricava che il 70% degli imprenditori del commercio non sono d'accordo con una totale liberalizzazione dei saldi; in particolare secondo il 55,2% dei esercenti intervistati detta liberalizzazione non porterebbe ad un aumento dei consumi e, quindi, a maggiori vendite. Il presidente Renato Borghi, al vertice di Federmoda - Confcommercio, non ha dubbi: "è arrivato il momento di mettersi intorno ad un tavolo e cominciare a ridisegnare le regole per le vendite straordinarie; i saldi non devono essere di inizio ma di fine stagione. Garantire le più ampie possibilità di acquisti a prezzi favorevoli per i consumatori è una priorità che può essere assicurata dall'eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali".

Ogni famiglia quest'anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro che va ad incidere per il 21% sul fatturato del settore. Il Presidente Borghi conclude: "nel contesto generalizzato della crisi il settore della moda è stato sicuramente tra i più colpiti; le vendite della stagione autunno inverno hanno registrato un andamento assolutamente debole e di conseguenza le scorte nei negozi sono elevate. L'ampia offerta di prodotti e sconti medi superiori al 40% ci fanno sperare in una stagione di saldi moderatamente positiva". Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio Brindisi ricorda il rispetto di alcune principali regole:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n.24/2002). In questo caso scattal'obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c'è obbligo. E' rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l'adesivo che attesta la relativa convenzione.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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