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Gesù, inesperto di pesca, consiglia ai pescatori provetti e delusi di gettare la rete dall'altra parte

Data: 02/05/2025 - Ora: 10:20
Categoria: Cultura

gesù

III Domenica di Pasqua

Noi parliamo di Passione di Gesù, riferendoci al dolore cruento che Gli abbiamo
inflitto, dalla sera nell'orto degli ulivi alla Sua Crocifissione e morte sul Calvario,
mentre dovremmo prolungarla alle Sue apparizioni ai Suoi, dopo la Resurrezione, nel
desiderio profondo di essere da loro riconosciuto. Dio muore e risorge per gli uomini
e questi si ostinano a non voler "vedere" e "capire" "Chi" era il loro Signore!
Immaginiamo che cosa avremmo provato noi se, nel momento del dolore sfigurante
e poi nella gioia esaltante, ci fossimo visti "scartare" dai nostri amici più intimi con
un terribile "Non ti conosco". Erano, dal canto loro, delusi Pietro e gli altri apostoli,
quando, quella mattina, decisero di tornare a pescare: quella con Gesù era stata una
parentesi bella, ma non si erano lasciati convertire... E il Maestro che sapeva bene
ciò che si agitava nei loro cuori li raggiunge, in una sera di grande delusione: essi non
avevano pescato un solo pesce! "Non avete niente da mangiare, figlioli?" -No!- fu la
risposta comune. Soltanto Giovanni, il discepolo che aveva posato la testa sul cuore
del Signore, riconosce in Colui che, a riva, li attende, con il fuoco acceso, il Maestro.


Gesù, inesperto di pesca, consiglia ai pescatori provetti e delusi di gettare la rete
dall'altra parte e questi si convertono e, da veri discepoli, obbediscono al comando
del Maestro, certamente inesperto di ami, di reti, ma unico "pescatore di uomini".
Da quest'obbedienza, nella quale Pietro e i suoi, si fidano finalmente del Signore,
superando la delusione che li aveva spinti a tornare in mare, ha origine la pesca
miracolosa... e la cena allestita da Gesù stesso per i Suoi. Manca ancora un tassello
allo splendore di questo terzo incontro del Signore con i discepoli: Pietro era
appesantito dal suo triplice rinnegamento "Non lo conosco" aveva ripetuto, nella
drammatica notte, in cui, incatenato il Suo Maestro, veniva portato da Pilato a
Erode.... Bisognava che la passione del Cristo trovasse il modo di aiutare Pietro a
riconciliarsi con sé stesso e sceglie un espediente divino: per ben tre volte gli
domanda: "Mi ami tu più di questi?" E Pietro, dapprima con tono certo, poi smarrito,
ripete il Suo "Sì, Ti voglio bene!" Da imparare come Pietro anche noi abbiamo
moltissimo: dopo le prove della vita dalle quali usciamo umiliati come "traditori del
nostro Dio, non allontaniamoci ma cerchiamo, dentro e fuori di noi, la nuova
proposta che Egli ci sta facendo per aiutarci a dimenticare la colpa perché LUI, in
mille e più modi diversi, ci sta già insegnando col suo desiderio di perdonarci per
riaverci tra i Suoi... proprio come ha fatto con Pietro.

Autore: Mariagrazia Camassa

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