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Data: 11/04/2025 - Ora: 10:36
Categoria:
Cultura
La Passione di cui ci parla LUCA oggi nel Suo Vangelo è la vetta sublime, che
raggiunge la carità del Figlio di Dio, mandato dal Padre nel mondo per salvarci.
In questo nostro tempo in cui evitiamo il solo parlare della morte, che, per molti,
significa la "fine di tutto" - (pochissimi sono i credenti, infatti, che credono alla
vita eterna) - la pagina della Passione di Gesù, narrataci da Luca, rappresenta
uno scossone profondo. Non ci fermeremo pertanto a raccontarvi
dettagliatamente la crudeltà cui è stato sottoposto il Figlio di Dio, ad opera di
tutti noi, a causa del peccato, frutto del nostro egoismo, in contrasto con l'Amore
di Dio, che Gesù è venuto ad annunciarci con la Sua Vita, la sua Parola e la Sua
morte di Croce. Vogliamo invece parlarvi del Dono che Dio-Trinità continua a
farci per richiamarci nel Suo abbraccio, capace di eternarsi (=Paradiso).
Spesso, durante l'anno scorso, abbiamo voluto offrirvi esperienze di CaritÃ
cristiana che potevate assimilare e vivere poi personalmente. La Carità è
"l'Amore", non quello che proclamano le canzonette malinconiche o briose,
riconoscendo nel sentimento umano il principale o unico ingrediente, ma la
stessa Passione divina che spinge prima Gesù e, dopo di LUI, innumerevoli
martiri, (di cui moltissimi sono nostri coevi) ad offrire con e per il Signore,
nonché per gli amici, la propria esistenza. Se prestiamo attenzione alla gente che
ci vive accanto, riconosceremo, spesso nei più semplici, e nei meno abbienti,
genitori capaci di sacrificio, ragazzi generosi, madri eroiche...testimoni della
Carità , forza vitale, appesa sotto la croce del Cristo. Dobbiamo superare, se
vogliamo includerci nel numero di coloro che scelgono di praticare la CaritÃ
cristiana, nella loro vita, i comuni condizionamenti dell'egoismo, soprattutto la
paura del patimento (=dolore), cui guardiamo erroneamente come al nemico
mortale. Tutto quanto ci scomoda ci fa soffrire perché l'egoismo reclama la
nostra totalità e non intende venire a patti con un chi lo vorrebbe sminuire. Pure
ogni buon genitore per amare i figli, si adatta a patire qualche scomodo o
rinuncia ... e, crescendo nell'Amore, con facilità diventa "povero" per arricchire
di attenzione, gioia, affetto, i frutti della propria genitorialità . Ancor meglio,
quanto più cresciamo, come cristiani, maggiormente ci avviciniamo a Gesù e ci
facciamo allettare dalle ragioni della sua scelta: Egli rinunciò alle sue prerogative
divine per condividere le limitazioni proprie della nostra natura umana
(povertà , dolore, morte) e fece ciò per nostro Amore.
La Passione di cui ci parla LUCA oggi nel Suo Vangelo è la vetta sublime, che
raggiunge la carità del Figlio di Dio, mandato dal Padre nel mondo per salvarci.
La Croce su cui Gesù muore, per Amore nostro, diviene:
Talamo nuziale - Gesù infatti è lo Sposo della comunità di tutti i salvati
Trono reale- Gesù Crocifisso è il Re dell'universo e di tutta la Storia umana
Altare- Gesù è l'Agnello che si lascia immolare per riscattarci dal male (inferno).
Come fare per superare la comune tiepidezza che rende indifferente gran parte
del popolo di Dio? Vi offriamo qualche semplice proposta cui poter raggiungerne
altre appropriate.
Affrettiamoci:
- Porci alla sequela di Gesù, vivo nel Vangelo; Parola che ci rende capaci di
generare il Signore dove viviamo.
- Restare davanti al Crocifisso, nostro Redentore, in amoroso, grato silenzio per
qualche minuto al giorno.
- Rinnovare la gratitudine al Padre e allo Spirito per la Resurrezione del Cristo
dalla morte.
- Proporci qualche sacrificio (nelle scelte personali, nel modo di esprimersi, nel
bisogno di emergere) per accompagnare l'offerta che di Sé ha fatto il Signore per
salvarci.
- Rendere la preghiera il nostro quotidiano colloquio amoroso con il Signore, cui
affidare noi stessi e il mondo intero.
BUONA SETTIMANA SANTA!
Signore!
Ogni volta che la tua Parola
sposa il cuore dell'uomo
per renderlo fecondo...
torna a nascere tra noi Gesù:
viene il Natale, è festa!
È visibile la grotta di Betlemme
in ogni dove
la preghiera contemplativa
si unisce col Verbo di Dio per divenire maternità divina.
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