Presentato a Bari, prodotto da Cattleya e RAI Cinema è distribuito in 300 copie. In rete ci sono richieste da tutto il mondo. A.C.A.B. (All cops are bastars)
Il nuovo film di Sergio Sollima tratto dal libro omonimo scritto da Carlo Bonini è un'opera durissima, veritiera e ottimamente interpretata. Sceneggiatura, fotografia e colonna sonora trasformano in finzione cinematografica un'analisi quasi documentaristica che sicuramente provocherà mancamenti nell'opinione pubblica. "Celerino figlio di puttana, celerino figlio di puttana…" La prima inquadratura notturna di "A.C.A.B." è una scelta drammaturgica perfetta, un inizio emozionante per 5 storie di vita difettate. Piefrancesco Favino detto ‘cobra' è un agente di quelli che vengono pagati per dare mazzate o prenderle, senza sapere i perché. Canta a squarciagola, in motocicletta, il jingle che si sente rivolgere ogni giorno per strada da tutti i reietti dell'umanità: disoccupati, migranti senza permesso di soggiorno, neonazisti, ultras del calcio, xenofobi, sfrattati…
E mentre corre nella periferia desolata di Roma cosa gli succede? Vi consigliamo di pagare il biglietto del cinema senza temere di addormentarvi come a ‘Benvenuti al nord'. Ogni giorno nei tg di regime i mezzobusto pettinati e profumati elencano fatti terribili, ma sintetizzati in 120 secondi di notizia più immagini. Ebbene questo film allunga il brodo della cronaca, trasformandolo in veleno per le anime pie. Con Favino altri 4 attori interpretano la parte dei celerini. La facce sono quelle giuste; se li incontrassimo in un autogrill, in questura o in uno sciopero sindacale avremmo paura di loro. Il film che vi proponiamo è tratto dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini - edito in Italia da Einaudi - basato su una storia vera. "ACAB" è l'acronimo di "All cops are bastards" (tutti i poliziotti sono bastardi) un motto che, partito dal movimento skinhead inglese degli anni Settanta, è diventato nel tempo un richiamo universale alla guerriglia nelle città, nelle strade, negli stadi. Chi sono i celerini italiani? Rimettendo insieme tutti gli appunti presi durante la proiezione viene fuori una figura sociale rasoiata dalle contraddizioni. Il celerino ha soprannomi poco pacifici: ‘Mazinga', ‘Cobra', ‘Negro' ecc.
È un pessimo padre, incapace di educare i valori etici ai propri figli. È un marito intagliato nella solitudine, abbandonato dalla moglie, punito con l'allontanamento dei figli. Si esprime con linguaggio gergale, battute caustiche, minacce e insulti anche verso gli amici più fraterni. Fa guerra ai carboidrati e si allena con il rugby. È di destra, tendenzialmente fascista, preferisce la vendetta alla giustizia della carta bollata. Si considera malpagato, mal compreso, malmenato. Vede le dinamiche del potere dal basso, sabotato nella sua moralità da uno scadente stipendio, dal pericolo di morte continuo, dalla sua rozzezza intellettuale e politica. Abbiamo chiesto allo scrittore Carlo Bonini se ha vissuto da poliziotto o da ultras o da nazista, visto che ha descritto tanto intimamente quei mondi impenetrabili. «Ho un passato nei vigili del fuoco e seguo poco il calcio.
Faccio il giornalista, ma ho voluto parlare di questi corpi sociali sentendomi libero da pregiudizi. Ho capito che coatti o celerini sono facce di una stessa realtà…» Stefano Sollima (ottimo regista di ‘Romanzo criminale') non è uno che chiede il condono dei propri debiti. È lui il vero manganello pensante. Sa trattare da vicino un' umanità che sopravvivere facendo sciocchi giuramenti.
«ACAB è un film difficile. Anche io non conosco a fondo il mondo del calcio. L'ultimo giocatore che ho visto in attività è stato Chinaglia. Ma la lettura del libro mi ha convinto, anche se ho tradito la forma letteraria per fare cinema. Ho scelto la sobrietà nella messa in scena. Ma c'è una cosa importante: abbiamo tenuto l'anima del libro.» Marco Giallini (il maresciallo Mazinga) confessa: «Per fare il papà nel film mi sono rivolto a me stesso. Ho un figlio adolescente. Quando avevo di fronte il giovane attore che si ribellava al mio personaggio vedevo mio figlio…Siamo stati un mese con gli operatori della Celere si Roma a farci addestrare. Nelle prove riesci a identificarti con loro, senza sottoscrivere le loro scelte di vita. Ci buttavano bombe tra i piedi. Indossando scudi, caschi ecc. abbiamo provato a ricevere sanpietrini da mezzo chilo…È un lavoro che non farei. Comunque io sono un attore: non è il mio lavoro ‘capire', ma interpretare.» Piefrancesco Favino (Cobra) è degno della sua popolarità. Le sue idee non sbiadiscono fuori campo.
«ACAB ha una sceneggiatura molto solida. Sono racconti basati su persone esistenti. Io credo che noi, uomini e donne, siamo quel che facciamo. Il lavoro dei celerini è molto fisico. Il rapporto fisico determina il loro modo di pensare. ‘Se un fratello cade, cadi anche tu' si dicono tra di loro. Hanno codici non condivisibili da chi è fuori. Io credo in cose diverse. Noi attori abbiamo vestito i loro panni senza giudicarli. E io ho imparato quante sfumature ci sono fra il bianco e il nero.» Dopo aver visto l'anteprima Il SIULP si è schierato contro, gli Ultras sono arrabbiati, i neofascisti covano rabbia, ma il regista Stefano Sollima dice con voce ferma che non ha voluto giudicare nessuno: «i miei personaggi sono soli, tristi, inutilmente violenti». Noi condividiamo la sua compassione.
Autore: Francesco Monteleone