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Data: 12/12/2009 - Ora: 09:15
Categoria:
Economia
Abbiamo in sostanza introdotto una regolamentazione dell’uso di indicazioni di vendita che presentino il prodotto come interamente realizzato in Italia, quali "100% Made in Italy", "100% Italia", "Tutto italiano" o s
È stata approvata, nella giornata di ieri, la Proposta di Legge n^ 2624 recante disposizioni in materia di commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri, anche con riferimento alla riconoscibilità ed alla tutela dei prodotti italiani di tali settori. «Abbiamo voluto introdurre – afferma l'On.le Lisi – un sistema di etichettatura obbligatoria che evidenza il luogo di origine di ciascuna delle fasi di lavorazione al fine di assicurare la tracciabilità dei prodotti dei predetti settori.
Inoltre, a tutela delle imprese che realmente operano ed investono sul nostro territorio abbiamo consentito l'uso dell'indicazione "Made in Italy", esclusivamente per quei prodotti le cui fasi di lavorazione abbiano avuto luogo prevalentemente nel territorio italiano. Si sono previste, altresì, rivelanti sanzioni amministrative e pecuniarie ed il sequestro e la confisca delle merci nel caso di violazione della disposizione del provvedimento, violazione che, se reiterata, sarà soggetta a sanzione penale. Abbiamo in sostanza introdotto una regolamentazione dell'uso di indicazioni di vendita che presentino il prodotto come interamente realizzato in Italia, quali "100% Made in Italy", "100% Italia", "Tutto italiano" o simili, prevedendo una sanzione penale per l'uso indebito di tali indicazioni di vendita, ovvero, di segni e figure che inducano la medesima convinzione fallace.
Abbiamo previsto la sanzione della condotta dei produttori e dei licenziatari che omettano maliziosamente di indicare l'origine estera dei prodotti, pur utilizzando marchi naturalmente riconducibili a prodotti italiani. Insomma – conclude Lisi - la lotta alla contraffazione e la tutela del "Made in Italy" ci paiono ulteriori strumenti da affidare nelle mani degli imprenditori capaci che amano il Sud, per continuare ad investire sul nostro territorio, senza avvertire il fiato sul collo della concorrenza sleale, che è la causa di un generale impoverimento del settore. Siamo certi che l'impianto licenziato dalla Camera dei Deputati sarà in toto confermato dal vaglio del Senato per essere operativi da subito e scongiurare ancora una volta, i pericoli provenienti dall'uso proditorio e malizioso del marchio italiano»
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