La solennità dell'Ascensione per noi, ancora poco maturi nella fede, resta motivo di sofferenza. Restiamo
infatti, un po' tutti, troppo attaccati alla missione umana, svolta da Gesù sulla terra, quindi non riusciamo a
godere del Suo ritorno al Padre. Senza di LUI, fra noi, ci sentiamo "orfani". -Avrei voluto frequentare Gesù ai
tempi in cui insegnava per le vie della Galilea- abbiamo più volte detto e sentito dire. Ciò rivela la nostra
ignoranza cristiana : molto più intensa infatti è divenuta la relazione tra il Signore e noi, dopo il dono dello
Spirito Santo, che non avremmo potuto ricevere se LUI non fosse asceso al Cielo, presso il Padre. Esempio
pratico è l'apostolo Pietro, che, prima della Pasqua, "pauroso" tradisce il Maestro, mentre, dopo
l'Ascensione, sarà pronto a dare la Sua vita, come martire, per Gesù. L'Ascensione è l'Evento che ci
consente di godere in noi della stessa vita di Gesù: ce l'ha trasfusa lo Spirito, capace di trasformarci da
peccatori in Gesù stesso, se noi lo vogliamo. L'Ascensione quindi non è "abbandono" della comunità
cristiana, da parte del Signore, ma è Suo ritorno presso il Padre allo scopo di trasferire la potenza
dell'Amore divino nell'uomo, nella comunità credente.