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La Pentecoste. L'Ascensione del Signore al Padre

Data: 30/05/2023 - Ora: 11:49
Categoria: Cultura

ascensione

Potrebbe sembrare l'addio del Nazareno al mondo, mentre invece è proprio il contrario.



La promessa, fatta da Gesù ai Suoi, di inviare sulla Sua prima comunità il Paraclito (Avvocato-Consolatore),
significa: la volontà di Dio di rivelarsi a noi, uomini, come Trinità (Padre-Figlio-Spirito), unita
irrevocabilmente tra le Persone divine dall'Amore, e il Suo disegno di congiungere a Sé l';umanità, destinata
alla salvezza dalla Redenzione. Gli atti degli Apostoli raccontano, nella prima lettura odierna, Solennità della
Pentecoste, la venuta dello Spirito promesso su Maria e sugli undici Apostoli, ancora rinchiusi nel Cenacolo.
(Ne abbiamo narrato, rivisitandolo, l'Evento, in modo dettagliato, con grande emozione. Vedi di seguito).
Giovanni, invece, nel Vangelo odierno, ci fa contemplare il Risorto, nel Cenacolo, tra i Suoi, e Maria, Sua
Madre, felici di vederLo, luminoso, prima ancora ferito mani, piedi e costato (così Gesù resterà per sempre),
mentre comunica Sé stesso, nella Pace, e dona, con un soffio, il Suo Spirito: vita divina. Nell'atto di offrirsi,
Egli invia i discepoli missionari nel mondo, ad annunciare il Vangelo e a battezzare le genti; fra le quali
siamo anche noi. Quella che Gesù opera nei discepoli, paurosi, poveri, chiusi nei loro progetti, è una nuova
divina Creazione, che evoca quella di Adamo, in Eden. Gesù di fatto, nel Cenacolo, ristabilisce negli 11 una
nuova primitiva purezza, deciso ad affidare loro tutto Sé stesso nella Parola, nei Sacramenti, nel Martirio.
Lo Spirito Santo viene a noi dal Cristo offerto, nella Pentecoste, come il DNA di Dio, trasfuso in ciascuno, per
renderci figli del Padre e fratelli-coeredi del Suo Unigenito. Se facessimo silenzio e invocassimo più spesso il
Paraclito sulla nostra persona godremmo, dal vivo, di questa presenza, capace di trasformare la nostra
povera natura mortale, limitata, nella stessa umanità del Signore, che è Dio. Siamo infatti, destinati già dal
Battesimo , ad essere "Cristi" autentici. Guaio sarebbe continuare a "deformare" la nostra Bellezza, costata all’Unigenito la morte di Croce.

Autore: Mariagrazia Camassa

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