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Commento al Vangelo di Matteo nella Festa del Battesimo di Gesù.

Data: 05/01/2023 - Ora: 09:41
Categoria: Cultura

battesimo gesù

Inoltre è semplicemente meraviglioso accogliere la stima enorme che Gesù ha per la
Sua divinità

Se avessimo ancora difficoltà nel credere all'umiliazione, scelta da Gesù
nell'assumere la nostra povera natura umana, dovremmo farci finalmente convincere
dalla sua presenza nel fiume Giordano, dove, in fila con i peccatori, attende di essere
battezzato da Giovanni, il precursore. Il Signore non accetta alcuna distinzione tra sé
e gli uomini feriti dalla colpa; la Redenzione infatti, prima di essere Crocifissione, è
annientamento, nel Figlio, delle prerogative divine. Egli, per ristabilire l'amicizia dei
figli di Adamo con l'Abbà, Suo Padre e nostro creatore, deve abbassarsi, fino ad
accogliere in Sé, pienamente la nostra condizione di creature snaturate dalla colpa. Il
Battista vedendoLo vorrebbe rifiutarsi, dice infatti: "Sono io che ho bisogno di essere
battezzato da te, e tu vieni da me? - Ma Gesù lo vuole, soprattutto a motivo della
fedeltà alla Scrittura (=Parola). Né potrebbe contraddire Sé stesso, Verbo (Parola)
eterno del Padre. Appena Gesù esce dal Giordano, scende su di LUI lo Spirito Santo,
sotto le sembianze della colomba, mentre la voce del Padre celeste riconosce, nel
Cristo, il Figlio "nel Quale si è compiaciuto".
Nel Battesimo di Gesù abbiamo l'epifania (manifestazione) della Trinità, unita
nell'esaltazione del "Figlio" , fino in fondo, obbediente.
È importante, per noi, comprendere la forza dell'Amore che unisce le Tre persone
divine, fra loro, e alla nuova umanità, inaugurata dal Cristo, fra noi nostro modello di
vita.
Inoltre è semplicemente meraviglioso accogliere la stima enorme che Gesù ha per la
Sua divinità: Egli è, e resta, il Verbo eterno del Padre, che la Scrittura (Parola scritta)
rivela agli uomini e a noi si offre sempre per non privarci della Sua divina presenza
ricreatrice, nel tempo.
Rasserena il cuore…
…contemplare la Trinità, che fa spazio nel Suo intimo all'umanità del Cristo e, in
LUI, alla nostra natura redenta: Dio è e resterà sempre "con" e "per" noi, ma c'è di
più. Voglio, infatti, trasmettervi quanto ho letto, in un Autore di spiritualità, in questi
giorni: il nostro cuore è l'appartamento regale, in cui il Signore della nostra vita ama
abitare, per incontrarci. "Pregare" quindi non significa ripetere formule vuote di
attenzione affettiva, ma contemplare (=guardare con amore) "il nostro Ospite divino,
che presente nel nostro cuore con i suoi angeli, ama in noi riposare".
Impariamo pertanto a guardare spesso nel profondo del nostro essere; lì LUI è
presente, anche come Amore, che ci cura e ci ricrea (=rende nuovi), trasformando
inpunti di luce le nostre umane povertà, se ci impegniamo a vivere umilmente.
Buon 2023 a Tutti!

Autore: Mariagrazia Camassa

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