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Il Libano alla Biennale di Architettura a Venezia

Data: 25/02/2018 - Ora: 14:17
Categoria: Cultura

Il Libano alla Biennale di Architettura a Venezia

Esposizione curata da Hala Younes, docente di architettura alla "Lebanese American University". Tema: "Lo spazio che resta"

Il Libano parteciperà per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia con il tema "Lo spazio che resta". La manifestazione, giunta alla sua 16esima edizione, si svolgerà dal 26 maggio al 25 novembre 2018.

I dettagli del progetto sono stati presentati durante una conferenza stampa (Beirut, 22 febbraio 2018) che ha avuto luogo presso la sede dell'Ordine degli Ingegneri e degli Architetti, alla presenza di Ghattas Khoury, Ministro della Cultura libanese; Yaacoub Sarraf, Ministro della Difesa; Massimo Marotti, Ambasciatore italiano; il deputato Ghassan Moukhaiber; il Generale Moustapha Mouslimani, Direttore del Geographic Affairs of the Lebanese Army; Jad Tabet, Presidente dell'Ordine degli Ingegneri e degli Architetti; Hala Younes, curatore del padiglione del Libano e i rappresentanti di Università e Istituzioni partecipanti.

"Dovremmo applaudire questo progetto che è il risultato degli sforzi congiunti di un certo numero di Istituzioni" ha dichiarato il Ministro della Cultura. "Spero che questa cooperazione serva da esempio per tutti noi - politici, uomini d'affari e ricercatori - a dimostrazione del fatto che il sostegno costruttivo sempre ripaga". Ha poi aggiunto: "Con l'Ordine degli Ingegneri e degli Architetti, stiamo preservando ciò che rimane degli edifici storici a Beirut e in tutte le regioni. Abbiamo studiato la questione della creazione di comitati per redigere un inventario generale".

Dal canto suo, l'Ambasciatore Marotti ha affermato che "la partecipazione del Libano per la prima volta alla Biennale di Architettura di Venezia è molto importante e avrà un doppio impatto: stimolerà il dibattito accademico sull'urbanistica e amplificherà a livello internazionale le opinioni e il contributo degli architetti libanesi sul tema chiave della qualità dello spazio pubblico. L'edizione 2018 della Biennale si concentra su ‘Freespace’, l'arte di migliorare la qualità dello spazio non occupato da edifici o costruzioni. Una vera sfida per il successo della civiltà urbana contemporanea in tutto il mondo".

Il padiglione del Libano

Il progetto è stato sviluppato da Hala Younes,docente di architettura presso la Lebanese American University. "La mostra – ha dichiarato - mira a far luce sulla terra non edificata (sulle sue caratteristiche culturali e le prospettive nel migliorare l'ambiente e le condizioni di vita), sul ruolo dell'architetto nel processo di costruzione e sulla cultura del territorio. Lo scopo della mostra è creare conoscenza e consapevolezza sullo stato delle terre. Contiamo sullo sviluppo della conoscenza per familiarizzare e difendere il valore dei territori perché il nostro patrimonio non è solo architettonico, ma anche geografico e paesaggistico".

Il padiglione riunirà molti architetti, artisti, ricercatori e Istituzioni libanesi sotto il tema "Lo spazio che resta" per sviluppare una riflessione sugli ambienti edificati e non e sulle possibili visioni per il futuro del territorio nazionale e del paesaggio. Il focus sarà sul fiume Nahr Beirut e il suo bacino.

Il progetto esplora le precondizioni per l'architettura, valutando il suo fondamento e le sfide che i protagonisti affrontano, come la fragile natura del territorio, la scarsità delle risorse e la mercificazione. Il territorio è reso visibile, con la realtà tangibile/ sensibile riportata al centro dell’attenzione, al fine di identificare, inventariare e fare luce su "Lo spazio che resta" e sulle condizioni richieste per la sua conservazione.

Il format scelto per il progetto è una mappa in rilievo 3D, una fotografia del paesaggio e la videosorveglianza, mentre l'impostazione consente di garantire che le risorse rimangano l'obiettivo principale.

Il padiglione sarà, inoltre, caratterizzato dal lavoro di sei fotografi. Selezionati dalla Notre Dame University (Ndu), dalla Lebanese Academy of Fine Arts (Alba) e dalla Holy Spirit University di Kaslik (Usek), i fotografi sono: Gregory Buchakjian; Catherine Cattaruzza, Gilbert Hage, Hoda Kassatly, Ieva Sauvargaite e Talal Khoury.

Saranno inoltre esposte fotografie storiche, prese da varie collezioni che includono l'Association pour la Protection des Sites et Anciennes Demeures au Liban (Apsad); la Fouad Debbas Collection; la Photothèque de la Bibliothèque Orientale alla Saint Joseph University (Usj); la Heinz Gaube Collection presso la Notre Dame University (Ndu); e fotografie aeree dell'esercito libanese.

Sostenitori del progetto

Department of Urbanism at the Lebanese University (Lu), School of Architecture and Design presso la Lebanese American University (Lau), Arab Center for Architecture (Aca) e Lebanese Landscape Association (Lela). Il Department of Geography alla Saint Joseph University (Usj) e il Directorate of Geographic Affairs dell’esercito libanese che ha contribuito a creare il grande modello territoriale in 3D.

Conferenza del marzo 2018

Nell'ambito della partecipazione del Libano alla biennale, il 23 e 24 marzo 2018 sarà organizzata una conferenza sul tema "Place that Remains, recounting the Unbuilt Territory" presso la Lebanese American University. La conferenza esplorerà una serie di argomenti relativi al ruolo del territorio non edificato e al suo status come risorsa preziosa per garantire la qualità della vita.

Biennale di architettura di Venezia

La Venice Foundation (una delle istituzioni culturali più prestigiose del mondo, ha tenuto la sua prima mostra internazionale di architettura nel 1980. Da allora, la Biennale si è evoluta fino a diventare uno degli eventi più apprezzati e attesi del suo genere. I direttori artistici designati dalla Venice Foundation per l'edizione 2018 - Yvonne Farrell e Shelley McNamara (Grafton Architects) - hanno scelto "Freespace" come tema per la 16a Mostra Internazionale di Architettura. Hanno invitato i partecipanti di ogni padiglione nazionale a portare a Venezia il loro "Freespace", così "insieme potremo rivelare la diversità, la specificità e la continuità nell'architettura basata su persone, luoghi, tempo e storia, per sostenere la cultura e la rilevanza dell'architettura su questo pianeta così dinamico".

Edizione italiana a cura di Francesca Quarta

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