Tutti i venerdì, ore 21
A fare le donne sono meglio gli uomini, in teatro. Scusate il paradosso, gentili lettrici, ma dopo aver visto ‘VaRAIty', lo spettacolo firmato da Giuliano Ciliberti e Mirko Guglielmi ci viene dal cuore di riconoscere ai maschi naturali una straordinaria capacità di mimesi del gentil sesso. Le interpretazioni di Eleonora Magnifico, en travesti, sono arte e divertimento allo stato puro. E il cantante che incassa simpatia, i ballerini più reattivi di tigri ferite rendono lo show in questione un incrocio senza limiti di bellezza e bravura.
Spieghiamo meglio. Da 13 settimane il capocomico Nicola Pignataro ha affidato il teatro Purgatorio, il venerdì, a un giovane attore di compagnia, Giuliano Ciliberti, che conosce la storia della RAI meglio di tanti raccomandati di Viale Teulada. ‘Ogni intuizione è legata un sentimento' dicono i sofisti. L'amore per la tv nazionale ha fatto nascere in Ciliberti e in Mirko Guglielmi la voglia, a lungo soffocata, di ribaltare sul palcoscenico teatrale i migliori ricordi degli italiani cresciuti a pane, mortadella, Studio 1, Carosello e Canzonissima. Insomma un' operazione difficilissima, ma commovente. Così sono stati messi in opera 91 minuti di varietà, a un prezzo che sfida la crisi, per un pubblico che, in ogni replica, fermenta le proprie preferenze cantando, fotografando, applaudendo a scena aperta le esibizioni dei giovani interpreti.
‘Questo è un appuntamento che ci riporta in bianco e nero', dice il presentatore all'inizio. Infatti il suo novellare riguarda soprattutto le più belle pagine di spettacolo che la RAI ha donato agli abbonati, quando la tv di stato era unica e i suoi autori funzionavano. Non è facile che qualcuno possa manomettere i ricordi altrui e ravvivarli con un'emozione più grande. Eppure è proprio quel che accade agli spettatori di ‘VaRAIty', seduti e a bocca aperta sotto il sipario, in penitenza, a spiare i campioni del divertimento.
Eleonora Magnifico si presenta come una ‘signorina non maritata', una ‘principessa col pisello' capace di ritoccare ironicamente le icone femminili della musica leggera italiana: Patty Pravo, con la voce claudicante e le pose barocche, musa artificiale della femminilità notturna. Anna Oxa, la pretenziosa diva del respiro melodico, che esige una scala, ma riceve la scaletta dell'Ikea da un corista a bordo di tacchi altissimi. Romina, regina del gossip, che asporta dal suo cuore l'ex marito Albano con un tagliente "Ora capisco perché ti ho lasciato, sei pesante!" Sandra Mondaini, tornata da tanto lontano, per essere conservata nella resina di una rispettosa parodia. Mina, nel duetto con il calloso Alberto Lupo, al quale rifiuta le lascive ‘caramelle'. E i balletti? Ideati da Daniele Di Mauro, sono ordigni perfetti che fanno esplodere tutta la grazia fisica dei danzatori, su un palco troppo piccolo per i salti.
Si rivedono alla moviola della mente le indimenticabili coreografie di Don Lurio, Franco Miseria, Sergio Iapino; la morbosa ‘mano morta' di Alberto Sordi alla Carrà, nel ‘tuca tuca' inventato da Enzo Paolo Turchi. E ancora i due pezzi del repertorio più raffinato: ‘testa e spalla', espressione della bravura assoluta di Lola Falana e Don Lurio, ripassata con altrettanta simmetria di movimenti da D. Di Mauro e Makrì Lasaponara (un corpo profondamente femminile che ha in superficie le forme sinuose di un fiume tropicale). Il ‘Dadaumpa' delle gemelle Kessler (Luisa Losito e Simona Fiorentino), ovvero la coreografia più sessuale del balletto leggero mitteleuropeo. Quanti sospiri per quei piccoli passetti, le movenze del bacino, le quattro lunghissime gambe gerovital, purtroppo coperte dalle calze funebri degli inquisitori di Ettore Bernabei…Tutti capolavori che oggi è possibile vedere solamente in qualche vecchio spezzone televisivo.
Infine la Carrà (Tiziana Loconsole), la biondissima poliglotta che è stata campionessa di audience e di ascolti per decenni, unico caschetto omologato per farci correre lunghe corse notturne, spinti dal piacere. E l'inchino di Raffaella, che sembra disegnato da Rubens… Perché ‘VaRAITY' è uno spettacolo maturo, che potrebbe gareggiare in velocità con i cavalli o col vento? I due mini-produttori hanno comprato, anzi salvato i costumi originali di Heather Parisi, della Carrà, di Renato Zero. Insegnano l'importanza di ‘Studio 1', ‘Milleluci'; rimettono insieme, come si fa nei sogni, tanti fantasmi del genere sublime, oggi irrigiditi dalla vecchiaia: Mina, Carrà, Parisi, Carrisi, Kessler, Iulio Iglesias che singhiozzando tra il pubblico con un valigia vuota, canta con la malavoglia di uno studente ripetente "In questa valigia il nostro passato non ci può stare…"
Autore: Francesco Monteleone