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Siamo insieme, ma nel "pluralismo" dice il Vangelo

Data: 09/05/2025 - Ora: 10:15
Categoria: Cultura

vangelo

IV Domenica di Pasqua.


Non è difficile la comprensione letterale del testo giovanneo di questa domenica, ma se
non si risale alla radice delle diverse affermazioni del Signore, si rischia di rimanere fuori dal
grande significato del Vangelo odierno. -Che cosa ha di particolare la "voce" del Pastore-
Gesù per il suo gregge-comunità?-
È il primo interrogativo cui rispondere. Gesù ha chiamato alla vita ciascuno di noi, è LUI
infatti il Verbo del Padre; ecco perché il gregge riconosce nella "Sua" la voce inconfondibile.
Tutti gli uomini, ancor prima di essere procreati dai propri genitori, rispondono alla divina
chiamata alla vita. (Da qui deriva quanto la Chiesa afferma circa l'aborto-omicidio...La
volontà creatrice infatti precede la formazione stessa dell'essere umano nel grembo
materno. Il soffio vitale "creatore" non ha bisogno, giacché le supera, di tutte le regole della
"natura" che è lei stessa figlia di Dio).
Perché il Vangelo parla di "gregge" e non di persone singolari? Noi siamo "destinati" a far
parte dello stesso corpo divino (=Chiesa-Comunità); la nostra vita odierna e quella futura,
eterna, ci trovano come cellule vitali, aggregate nello stesso divino organismo. Da qui,
l'importanza insuperabile del Battesimo, che ci rende già, oggi, creature "nuove" (=già
risorte nel Cristo).
La nostra appartenenza a Dio è tale che nessuno può strapparci da LUI: noi siamo infatti il
frutto dell'Amore divino, che diviene fecondità nella relazione coniugale. Chi potrà
accampare il diritto di separarci da LUI? La nostra storia, le regole alimentari che ci
sostengono, il paese che ci ha visti nascere... sono tutte le condizioni messe in atto dal
Signore perché noi potessimo vivere in LUI e per LUI. A tutti provvede il nostro Dio. E i
poveri? Gli esclusi? Sono coloro cui è destinato quanto non è a noi necessario, che spetta,
di diritto, a loro, nostri fratelli. La realtà meravigliosa è che nel gregge (comunità dei
chiamati all'umanità) non c'è uniformità perché "personali" sono i doni offerti a ciascuno
dalla Provvidenza e diverse quindi anche le opere (servizi) richieste. Siamo insieme, ma nel
"pluralismo" -ricchezza necessaria al gregge (=comunità organica). Noi riconosciamo in
questo "Corpo misterioso" chiamato a vivere con le stesse fattezze del Cristo, la Chiesa del
Signore, nella quale siamo tutti (concetto ribadito da Papa Francesco) "indistintamente"
chiamati a vivere, al seguito del Pastore, che è Guida unica verso il Paradiso: Cuore del
Padre, che tutti noi ama, come figli, nel Figlio Suo, Gesù Cristo (Verbo creatore e
Redentore).

Autore: Mariagrazia Camassa

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