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Data: 15/07/2011 - Ora: 11:27
Categoria:
Politica
A firma di: On. Gianfranco Miccichè (Forza del Sud) Sen. Adriana Poli Bortone (Io Sud) On. Arturo Iannaccone (Noi Sud)
Sono trascorsi più di cento anni da quando nel 1901, Don Luigi Sturzo scriveva: "Lasciate che noi del meridione possiamo amministrarci da noi, da noi designare il nostro indirizzo finanziario, distribuire i nostri tributi, assumere le responsabilità delle nostre opere, trovare l'iniziativa dei rimedi ai nostri mali". Parole pronunciate così tanti anni fa, ma che continuano ad ispirare il nostro agire e ci spingono ad imboccare il sentiero, certamente stretto e irto di ostacoli, che conduce alla formazione di un grande partito del Sud, con l'intento di farne uno strumento valido per rivendicare le ragioni del popolo meridionale. Nel centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia, la questione meridionale continua a essere una priorità per lo sviluppo della Nazione. Negli anni che ci separano dalla fine della cosiddetta "prima repubblica", abbiamo assistito ad una sostanziale involuzione nella condizione in cui versa il Popolo meridionale.
Si è ulteriormente acuito il deficit infrastrutturale, gravando in maniera determinante sull'economia locale e sui livelli di occupazione. Il fenomeno dell'emigrazione si è ripresentato in maniera drammatica, ulteriormente aggravato dalla crisi economica e finanziaria che ha colpito il mondo occidentale. Si pone, dunque, in maniera più che evidente l'esigenza di ristabilire la centralità della questione meridionale come questione nazionale e di dar vita, in tempi brevi, ad un grande Partito del Sud che orienti il suo agire in funzione della sua soluzione. Ma prima di ogni organigramma, prima di ogni struttura e di ogni apparato, abbiamo il dovere di porci degli interrogativi affinché il nostro agire sia già da ora sgombro da malintesi, ben orientato verso l'obiettivo del riscatto, della crescita e dello sviluppo del Sud.
Occorre chiedersi: la questione meridionale è davvero all'ordine del giorno della vita politica italiana? Il nostro Parlamento si è seriamente posto il problema di un Mezzogiorno che ancora non riesce ad emergere dalla situazione di arretratezza nella quale si trova? Il nostro è un Popolo che rivendica per sé un' adeguata rappresentanza ad ogni livello, in ogni contesto istituzionale e che oramai è stanco di essere governato da oligarchie orientate più a gestire il potere che a creare una prospettiva di sviluppo per un meridione che paga lo scotto di decenni di arretratezza e di un divario economico che ci separa ogni giorno di più dal resto del Paese; un Popolo, il nostro, che chiede a noi di mobilitarci e di organizzarci in un partito realmente capace di incidere sull'azione del Governo e, contestualmente, abile nel tutelare i suoi interessi. Ovviamente non basta solo il 'fare'. Nelle parole di Sturzo possiamo leggere l'invito a cercare le origini, a ritrovare le radici con un "Partito del Sud" che, prima di essere politico e di puntare alla gestione del potere, deve scaturire dalla 'presa di coscienza' di un Popolo che ha una sua precisa identità culturale; un partito del Sud che non deve concedere nulla al populismo, che - parafrasando Sturzo - non vuole limitarsi a cavalcare il malcontento, ma che è realmente popolare nella misura in cui vuole essere protagonista, e non solo beneficiario, dell'emancipazione del suo Popolo, della sua autonomia e del suo definitivo riscatto.
Un popolo che voglia partecipare allo sviluppo della Nazione, partendo dal Sud, ed alla modernizzazione della Stato deve riappropriarsi per intero della sua storia, deve essere fiero della sua identità culturale. E' questo, in definitiva, il senso vero e più profondo di un autentico meridionalismo nel quale devono essere i meridionali a far risorgere il Mezzogiorno; è questo il faro che deve guidarci percorrendo un doppio binario: quello della denuncia, per sottolineare, anzi per urlare che per troppi anni i problemi del Sud sono stati letteralmente rimossi dall'attività legislativa e dall'agenda politica e quello dell'impegno concreto, delle idee, della proposta, della selezione e della formazione della classe dirigente affinché dichiararsi meridionalisti non debba significare più essere accomunati a quei gruppi di potere che hanno tradito le ragioni delle nostre terre e dei nostri popoli, vuoi per incapacità vuoi, talora, per cinica determinazione.
Organizzare il Partito del Sud In che modo, dunque, dovrà caratterizzarsi l'azione politica del Partito del Sud? Non ci sono alternative: semplicemente congiungendo la dimensione politica e la specificità tecnico-economica che è propria della questione meridionale. L'idea di partito che dobbiamo organizzare scaturisce dalla necessità di coniugare due 'sembianze' del meridionalismo che in molti, finora, hanno considerato inconiugabili. Quindi, non solo il nostro progetto di Partito non può certo prendere forma da "una dialettica tutta di vertice" ma dovrà essere particolarmente sensibile alla difesa della dimensione locale, in tutti i suoi aspetti sociali, economici, culturali, storici, dei suoi interessi, delle sue rivendicazioni, delle sue difficoltà economiche, delle carenze infrastrutturali, anche e soprattutto alla luce dell'imminente entrata in vigore del federalismo fiscale e istituzionale.
La difficile realtà del nostro Sud Quella del Sud è una realtà difficile. I rapporti prodotti dai diversi istituti di studio e di ricerca ripropongono, con sconcertante puntualità, dati sempre più negativi, acuiti dalla difficile congiuntura economica. Dati che dimostrano la mancanza delle condizioni necessarie per poter determinare il rilancio dell'economia meridionale. I nostri giovani sono sempre più costretti all'emigrazione, le nostre aziende annaspano e sono costrette - in larga misura - a ricorrere alla cassa integrazione, il nostro settore turistico è scarsamente valorizzato, la vendita dei nostri prodotti tipici non riesce a garantire la sussistenza dei nostri agricoltori e dei nostri artigiani. La situazione è evidentemente complessa e questo andazzo ci pone dinanzi all'esigenza di farci promotori di strumenti politici che siano utili ad invertire una tendenza che appare drammaticamente irreversibile.
La questione meridionale, dunque, va posta con maggiore efficacia e determinazione: lo strumento del partito è chiaramente indispensabile. Non si tratta né di scimmiottare imitare la Lega né di limitarci a rappresentare folcloristicamente le rivendicazioni delle popolazioni meridionali, ma di rispondere alla necessità di far emergere innanzitutto una nuova classe dirigente che sia intensamente caratterizzata dalla da una forte dimensione culturale, valoriale e dalla consapevolezza delle enormi difficoltà economiche del Sud. Un partito che deve essere la fucina del nuovo meridionalismo, il cenacolo intorno al quale devono ritrovarsi i giovani più illuminati, gli intellettuali che hanno a cuore la nostra terra, gli industriali che vogliono realmente investire nel Sud e non soltanto limitarsi a lucrare finanziamenti per poi abbandonare i nostri lavoratori, trasferendo delocalizzando le produzioni altrove e non lasciando sul territorio nemmeno il loro contributo in tasse (territorialità dell'imposta) dal momento che pagano ancora le tasse dove hanno la loro sede legale. La federazione In Forza del Sud, Io Sud e Noi Sud, si ritrovano tutti coloro che credono in un progetto ambizioso e che hanno a cuore il Mezzogiorno.
Con la federazione tra questi tre partiti, il Partito del per il Sud muove i suoi primi passi con la consapevolezza che governare di per sé non è facile, ma farlo nel Mezzogiorno è ancora più arduo e richiede maggiore passione e per certi versi, un pizzico di temerarietà. Forza del Sud, Io Sud e Noi Sud sono consapevoli di tutto questo, sanno bene che "governare significa fare cose importanti ed attese, ma nel profondo vuol dire promuovere una nuova condizione umana". Su questo sentiero e con questa alta ambizione dovremo spendere gli anni che abbiamo dinanzi. Alla luce di queste considerazioni Forza del Sud, Io Sud e Noi Sud danno vita alla Federazione per il Sud in vista della confluenza in un unico grande Partito del Sud al quale sono chiamati a concorrere, su basi di pari dignità, tutti i movimenti meridionalisti. I Parlamentari e gli eletti ai vari livelli che fanno riferimento alla Federazione per il Sud attiveranno forme di collaborazione e di raccordo istituzionale ai vari livelli per assumere decisioni comuni e sviluppare una comune azione politica.
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