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Vendola scrive a Stefàno: "Butta via quella pistola"

Data: 24/05/2012 - Ora: 11:04
Categoria: Politica
Comune: Taranto

Vendola

La foto del "Sindaco con la pistola" ha fatto il giro dei giornali e del web. Imminente la richiesta del Presidente della Regione

In perfetto stile Nichi Vendola, il Presidente della Regione, ha scritto a Ezio Stefàno, Sindaco di Taranto, balzato sulle prime pagine nazionali a causa di una pistola che sbucava dalla sua cintura nel corso dei festeggiamenti per la sua riconferma come Sindaco di Taranto, avvenuta dopo il turno di ballottaggio.

Una fotografia forte, che ha scosso l'immaginario collettivo e che forse, per qualcuno, ha aumentato il mistero e la lontananza tra i cittadini e la politica. Il Sindaco, per questo, ha voluto spiegare il perché della scelta, discutibile per molti, da quanto si evince dai commenti sui giornali e sui social network, di indossare un'arma (difesa personale a causa di minacce di morte ricevute in campagna elettorale).
Vendola gli ha scritto, e la sua non è solo una lettera. E' un appello, una richiesta, una mano tesa e un consiglio. Una linea che il Presidente chiede di seguire di fronte alla paura, alle minacce e alla sensazione di sentirsi poco protetti.
A seguire la lettera integrale scritta da Vendola a Stefàno:

"Caro Ezio,
la cosa che più mi colpisce e mi intriga della tua personalità è quel tratto di ingenuità, talvolta di innocenza infantile, che ti rende un essere umano autentico, non prigioniero dei codici dell'ipocrisia, capace di una straordinaria empatia con la tua gente. La tua cifra è la generosità, il tuo riferimento costante è la vita popolare, con le sue passioni e le sue disperazioni. Sei il Principe di Taranto, dei suoi splendori e delle sue miserie, non sei l'espressione di una élite giacobina che rimette in ordine la plebe e si insedia al centro della città e del potere. Tu hai portato le periferie urbane e sociali al centro della politica. Tu sei il medico dei bambini che ha cercato, con lo stesso stile e lo stesso cuore di sempre, di curare i mali di un pezzo di Sud spolpato dalla politica del malaffare e assediato dalla povertà, dalle mafie e dall'inquinamento. Sembra curioso che io racconti a te chi sei tu, ma lo faccio perché tu - per come ti conosciamo da tanti anni - non hai nessuna somiglianza col sindaco-sceriffo immortalato da una foto: quel revolver nella cintura del pantalone appare un intruso, una superfetazione, un'immagine taroccata. Certo, non è facile convivere con le minacce e le aggressioni. Certo, se ti mettono alle calcagna una protezione di polizia i giornali magari poi stigmatizzano il privilegio di un'auto blu. (Sulle stesse pagine su cui invocano il far west e disseminano la paura, oggi storcono il naso su quel fotogramma che ti coglie in armi).
Caro Ezio, credo di aver capito il tuo stato d'animo e la tua scelta, impulsiva e solitaria. Hai pensato che dovevi cavartela da te, non recare disturbo alle istituzioni. Ma in questo caso, scusami la sincerità, la tua generosità è un errore. Perché trasmetti un messaggio negativo, legato all'immagine del farsi giustizia da sé, del trasferire su ogni singolo individuo un compito e un potere che devono appartenere allo Stato. Taranto ha la forza e le risorse morali per vincere anche quella sorta di inquinamento acustico prodotto dalle urla scomposte dei violenti, dei boss, dei populisti a buon mercato. La tua mitezza ti difende e ci difende dalle parole che sibilano come proiettili. Non sono le armi che ci proteggeranno, è il disarmo che ci proietterà in una nuova epoca: quella in cui potremo uscire dalla infinita preistoria delle piccole e grandi guerre. Per questo ti chiedo di deporre quella stupida cosa inanimata, di buttar via quella pistola, perché tu possa sentirti pienamente protetto solo dal nostro affetto e dalla nostra stima.
Nichi Vendola"

La richiesta è chiara. Rispondere negativamente sarebbe quasi impossibile e infatti, secondo voci sempre più insistenti, Stefàno ha già fatto la sua scelta: mettere da parte l'arma e ricominciare a guidare Taranto libero da quello strumento che ha scosso l'immaginario di molti.

Autore: Chiara De Carlo

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