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Data: 13/12/2010 - Ora: 10:16
Categoria:
Politica
"Io voglio capire il perché – ha detto Vendola – in Puglia devo avere circa 20mila addetti alla sanità in meno e circa 800 milioni in meno rispetto ad altre regioni".
Sui tagli indiscriminati poi il presidente Vendola ha detto che "sono la peggiore diseconomia possibile perché non producono risparmi ma implementazione della spesa, quale ad esempio quella della mobilità passiva. In nome di un taglio oggi ci toccherà spendere domani dieci volte di più. Così il Sud finanzia la sanità del Nord". Per Vendola ciò che rende costosa la sanità è l'inappropriatezza perché la domanda di salute del cittadino, se non collocata nei giusti luoghi, "dovrà finire per forza in quelle discariche del dolore che sono gli ospedali". Poi un passaggio sui criteri del riparto del Fondo nazionale della sanità, il cui unico parametro è sempre stato l'invecchiamento della popolazione mentre l'Organizzazione mondiale della sanità considera "la povertà sorella della malattia". Ma nonostante ciò gli indici di deprivazione non sono presenti. "Io voglio capire il perché – ha detto Vendola – in Puglia devo avere circa 20mila addetti alla sanità in meno e circa 800 milioni in meno rispetto ad altre regioni".
Inevitabili gli accenni alle carenze del personale dell'ospedale oncologico e le possibili soluzioni da parte dell'assessore alla salute Tommaso Fiore che ha già individuato un percorso di implementazione del personale dal momento che la legge regionale (la 27) sul turn over è stata osservata dal governo e poi abrogata dalla Corte costituzionale. "All'interno della delibera del Dief (che porterò nei prossimi giorni in Giunta) – ha detto Fiore – ci sono dai due ai quattro milioni di euro che possono essere utilizzati per il personale sanitario solo se erogati su progetti ad hoc. Dobbiamo quindi lavorare sui finanziamenti a provvedimenti specifici che possono anche implementare il personale".
All'inaugurazione dell'oncologico era presente anche il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna ("aver salvato questa struttura da anni di abbandono è un momento importante per la Puglia, è un capitolo fondamentale della storia dell'edilizia sanitaria e della sanità nel suo complesso"), il prefetto di Bari Carlo Schilardi, il presidente della provincia di Bari Francesco Schittulli, l'Arcivescovo mons. Cacucci e i direttori dell'istituto oncologico (dottori Lovecchio e Paradiso).
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