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Data: 04/04/2025 - Ora: 10:09
Categoria:
Cultura
Forse questi "dei" ci sembrano meno meschini dell'adulterio, mentre purtroppo sono,
di questo, anche peggiori perché ci legano naturalmente pure ad altri vincoli diabolici
Se ci fermiamo ad una lettura (o ascolto) superficiale del Vangelo odierno la pagina
che la Chiesa ci propone ci sembrerà poco significativa per la nostra vita o, peggio
ancora, molti di noi si includeranno, errando, nel numero di quanti cercano la
lapidazione della donna adultera di cui parla l'Evangelista. Ricordiamo, a questo
punto, che il Vangelo non è un "codice", ma è la bella notizia che Gesù è venuto a
portarci: il Padre Suo ci ama e ci vuole tutti salvi, fino al sacrificio del Figlio sulla
Croce. Noi, perbenisti, purtroppo ci poniamo contro i veri poveri, che oggi sono gli
umiliati dalla vita di peccato (come l'adultera) e usiamo definire con disprezzo
"miserabili" costoro senza considerare che sono loro i prescelti per la Redenzione del
Cristo. Oggi però, al di là di quanto detto, siamo invitati a guardare alla peccatrice,
meritevole, ai suoi tempi di lapidazione, con animo fraterno, capendo finalmente che,
seguendo il peccato, noi abbandoniamo Dio, unico vero Amore, che ci ha creati e ci
dona la vita, volendo vendere il nostro cuore ad uno degli idoli del nostro tempo,
quali: potere, carrierismo, ricchezza, vanagloria...
Forse questi "dei" ci sembrano meno meschini dell'adulterio, mentre purtroppo sono,
di questo, anche peggiori perché ci legano naturalmente pure ad altri vincoli diabolici
(ad esempio l'idolatrato "potere" spesso conquistato, si accompagna alla vanagloria e
all'ingiustizia contro gli altri). Il solo che guarda con benevolenza la "peccatrice" di
cui ci parla Giovanni evangelista, è il Signore, pronto a rioffrirle dignità e vita vera.
Dovremmo anche noi, spesso idolatri, chiedere umilmente perdono al nostro Padre
del Cielo per ritrovarci, liberi, accolti nella benevolenza divina.
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