42 articoli rimettono in moto uno dei carrozzoni più lenti e dannosi dell’ente pubblico.
"Gli altri titoli tossici della Regione Puglia sono i consorzi di bonifica". Con una metafora purtroppo realistica e veritiera il consigliere De Leonardis (UDC) ha aperto nella mattinata la discussione su una delle leggi più attese negli ultimi 7 anni e finalmente approvata. Ora, noi cittadini pugliesi speriamo che cambi la pelle a quegli enti che per lunghissimi anni con le loro ingiustificabili abitudini finanziarie (chiamiamole così) hanno rovinato la salute agli assessori al Bilancio e l'umore a chi paga le tasse onestamente. L'ultimo giorno di febbraio del 2012 è da festeggiare. L'assessore alle Politiche agricole Dario Stefano e la commissione presieduta da Giuffreda hanno concluso un lavoro difficile, su una materia abbrutita da trappole, errori, interessi di parte e da un buco di milioni di euro. Quante volte abbiamo ascoltato i politici di maggioranza e di opposizione chiedersi se dovevano ancora esistere i consorzi di bonifica.!
Molti di loro avrebbero semplicemente voluto abolirli. A stento sopportavano i conti in rosso, i consigli di amministrazione con 30 persone, il personale demotivato, l'utilità pubblica contraffatta da un impertinente immobilismo. La legge dello Stato italiano ordina che i Consorzi devono continuare a esistere; dunque l'unica possibilità anche in Puglia era rivitalizzarli, curandoli da malattie perenni. Il dibattito in aula è stato come far disputare il derby Bari-Lecce su un campo di aiuole. Ognuno ha giocato la propria partita con grande agonismo, ma distruggendo il terreno sottostante. Bellomo (PdL), attaccante a testa bassa, si chiedeva se con la nuova legge "i consorzi potranno vivere con le proprie gambe". Espressione approssimativa per dire che essi devono autofinanziarsi. Di Gioia (Pdl) proponeva di sorteggiare i revisori dei conti, invece di nominarli. Perché ‘chi controlla per conto del potere deve essere indipendente dal potere stesso.' Losappio (SEL), sostenitore del disegno di legge, ne descriveva la terza dimensione: "il riordino ha equilibrio perfino nel ‘numero' dei consorzi." De Biasi (PPTT) vietava nuovi balzelli agli agricoltori. Per il capogruppo del PD Antonio De Caro "i consorzi sono un calice amaro da bere in 3 sorsi. La legge di riordino è il secondo calice bevuto. Il terzo sarà l'equilibrio di bliancio". Sannicandro (SEL) manifestava una gioia concreta. "Sono state ridotte le poltrone, limitata la discrezione degli organi, rinnovato un sistema vecchio di 32 anni." Mazza (IDV) precisava che non ci sarà ‘nessuna presenza regionale nei direttivi'. Rocco Palese (PdL) ci è sembrato il progettista occulto della riforma, lui che ha vissuto tutte le precedenti età dello sperpero. "Con i consorzi ci furono dissesti finanziari e commissariamenti.
ra devono finire i contributi straordinari. La nuova legge dovrà riparare a un ammanco di 155 milioni di euro" che i consorzi non restituiranno mai più alla Regione Puglia. Ma il titolo più importante lo merita lui, l'assessore Stefàno. Per molto tempo si è nutrito di rane, sottomettendosi a mille pressioni. Eppure, oggi ci dà una legge voluta da tutti e immaginata da ognuno. Il condottiero Dario è riuscito ad avere l'adesione delle categorie interessate e tenterà di ridare ai consorzi una credibilità perduta. "La legge è la migliore sintesi possibile, non è la migliore. Capiremo nel tempo se modificarla. Affidarsi a un commissario unico è stata un fatto di responsabilità, è servito a ricostruire gli errori commessi. Ora bisogna restituire l'autonomia ai consorzi e supportarli. L'ottimizzazione è un segnale coerente.
Ma si deve esigere una gestione trasparente. I consorzi erano elefantiaci. Ora devono guadagnarsi il futuro…La credibilità viene dall'operatività." Alle 14,30 (mancava poco alla fine) quando si doveva decidere se i revisori dei conti sono da scegliere con estrazione o per nomina politica, molti consiglieri si sono presi a male parole. Rocco Palese ha chiesto il ‘numero legale', il presidente Introna ha convocato i capigruppo, gli scranni si sono svuotati, i giornalisti hanno iniziato a mangiare le merendine dalle macchinette e i consiglieri sparsi si sono buttati sui toast del bar all'esterno. Si è fatto tardi, ma si è trovato l'accordo finale. Alle 15,40 Una maggioranza di 31 voti su 48 ha dato alla nostra economia rurale una legge sui Consorzi di bonifica che speriamo ci faccia dimenticare le bravate di tanti amministratori rompicollo.
Autore: Francesco Monteleone