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Testamento biologico, i giovani democratici ne chiedono uno a Lecce

Data: 22/11/2010 - Ora: 11:25
Categoria: Politica

Testamento biologico, i giovani democratici ne chiedono uno a Lecce

Il registro sul testamento biologico, in Puglia già presente a Francavilla Fontana (Bari), è stato oggetto di un confronto interno nella maggioranza di Palazzo Carafa, ancor prima di giungere nella commissione consiliare comunale di appartenenza.

"L'istituzione di un registro comunale per il testamento biologico è un segnale di equità sociale lì dove il comune garantisce un servizio che altrimenti può essere , come è già, garantito esclusivamente dai notai a costi elevati".

Attraverso queste parole, i giovani democratici del capoluogo salentino, condividono un atto importantissimo dal punto di vista etico, promosso dall'assessore al contenzioso e ai servizi demografici Fiorino Greco.

Il registro sul testamento biologico, in Puglia già presente a Francavilla Fontana (Bari), è stato oggetto di un confronto interno nella maggioranza di Palazzo Carafa, ancor prima di giungere nella commissione consiliare comunale di appartenenza.

La delibera preparata dall'assessore prevede l'istituzione di un registro per il testamento biologico, ovvero di uno sportello, in pratica, dove i leccesi potrebbero formalizzare il proprio rifiuto delle terapie mediche cui si viene sottoposti nei casi estremi e assolutamente irreversibili di stato vegetativo. Così come già avviene in circa ottanta città italiane.

I Giovani Democratici di Lecce, inoltre, sottolineano che il Consiglio Nazionale del Notariato con deliberazione del 23 giugno 2006 ha ritenuto che i Notai potessero autenticare nella sottoscrizione le dichiarazioni relative a un testamento biologico. Ma tale autenticazione, che ha la funzione di certificare la paternità delle dichiarazioni rese, può essere garantita anche da altro pubblico ufficiale, e la legge conferisce il potere di autentificazione anche agli sportelli anagrafici comunali. Del tutto evidente che, un ente pubblico che assicuri tale autentificazione , rende un servizio concreto al cittadino che non voglia o non possa sostenere i costi notarili per poter indicare le proprie volontà su un tema così delicato come quello relativo ai trattamenti sanitari. Istituire tale registro a livello comunale, come già è stato fatto in diversi comuni e Municipi romani, appare un atto di civiltà a garanzia, in particolare, dei cittadini economicamente più deboli che intendano predisporre il proprio testamento biologico. Nel silenzio della legge, il testamento biologico non è un atto contra legem, anzi ha una sua validità riconosciutagli dalla Corte di Cassazione nella sentenza inerente al caso "Eluana Englaro". Su questo non appare esservi alcun dubbio. Il problema potrebbe semmai essere relativo alla "vincolatività" di tale testamento (non alla validità): in assenza di una legge il medico può e deve prendere in considerazione le volontà espresse dal paziente nel proprio testamento biologico ma non è obbligato a eseguirle. Pertanto chiediamo alla maggioranza comunale e all'assessore Greco di non indietreggiare, di continuare nell'iter per l'approvazione di tale registro perché è un atto di civiltà ma anche un servizio che garantirebbe una certa equità sociale e auspichiamo che al più presto il prossimo governo del Paese si faccia carico di regolamentare con legge una così delicata, quanto importante materia.

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