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Data: 05/03/2010 - Ora: 09:20
Categoria:
Politica
L'impegno della candidata di Udc, Mpa e Io Sud: adeguare lo Statuto
all'Italia federale
"Vendola, che parla tanto di partecipazione e trasparenza, ha fallito proprio sulla attuazione degli strumenti previsti dallo Statuto per consentire ai territori della Puglia la possibilità di partecipare ai momenti decisionali della Regione". Lo ha dichiarato Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza della Regione Puglia per Udc, Mpa e Io Sud, durante l'incontro con il direttivo regionale di Anci. "Uno strumento come il Consiglio delle autonomie – ha risposto Poli Bortone al presidente Michele Lamacchia che sottolineava la necessità di una riforma della Regione in senso autonomista e sussidiario – avrebbe consentito ai Comuni e alle comunità territoriali di partecipare alle scelte strategiche di sviluppo, a cominciare dalle scelte in materia di energia: tutto il dibattito avviato in queste settimane a proposito del nucleare, per esempio, si sarebbe svolto in modalità differente se questo organismo di consultazione fosse stato attivato e coinvolto: non aver voluto dare attuazione a questo strumento ha lasciato campo libero al Governo nazionale, che ora pretende addirittura di sostituirsi agli enti locali".
"Oggi più che mai – ha detto – la concertazione preventiva con i territori è un metodo ineludibile, se non vogliamo che la riforma in senso federale dello Stato si limiti all'ambito fiscale, peraltro disciplinato fin qui in modo errato". La senatrice ha concordato sulla riforma richiesta da Anci Puglia sostenendo che "questo Statuto non è più attuale in un contesto di Italia federale", così come "richiederà una revisione anche l'organizzazione del teritorio regionale diviso in 8mila Comuni". A proposito poi del riconoscimento di una imposizione fiscale propria in capo ai Comuni, Poli Bortone ha rimarcato la necessità di un "impegno sulla territorialità delle imposte, come premessa indispensabile per attuare la riforma invocata dall'Associazione: il Sud – ha aggiunto – non può continuare a poggiare la propria sopravvivenza sul meccanismo della perequazione, che toglie autonomia alle Regioni del Mezzogiorno e le tiene schiave". Allo stesso modo – ha ribadito – "è necessario che la Regione compia quel processo di delega in settori come la formazione professionale: un processo – ha ricordato – auspicato dall'allora presidente Salvatore Distaso e non ancora attuato se non in minima parte".
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