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Data: 05/02/2010 - Ora: 10:06
Categoria:
Politica
La Puglia rischia poi di trovarsene quattro in casa, 2 nel Salento tra Nardò e Taranto e due nel centro nord
Le associazioni ambientaliste salentine, insieme a migliaia di cittadini e amministratori che hanno aderito al cartello "Salento contro il nucleare", nato lo scorso anno allorquando il governo Berlusconi preannunciò la sua intenzione di procedere verso la nuclearizzazione dell'Italia, hanno deciso di fare scattare l'allarme e la mobilitazione generale, perche la posizione del Governo dimostra chiaramente l'intenzione di non voler recedere dalla follia di impiantare le centrali, nonostante che il 62% degli italiani sia contrario al nucleare (sondaggio Eurispes).
La Puglia rischia poi di trovarsene quattro in casa, 2 nel Salento tra Nardò e Taranto e due nel centro nord. In realtà, non di una questione di diritto si tratta, come Scajola e Fitto vogliono far credere, ma semplicemente dell'obbligo di dare soddisfazione all'accordo di cooperazione stipulato dal governo italiano con la Francia che prevede nel nostro paese la costruzione di almeno quattro nuove centrali nucleari di terza generazione EPR (European Pressurized Reactor) entro dieci anni, con una spesa stimata di 30 miliardi di euro (58 mila miliardi delle vecchie lire): ecco perché c'è tanto interesse!!! La Puglia tutta, che in tema di produzione energetica e di problematiche per la salute (centrale di Cerano) ha già dato, punterà i piedi, e se necessario disobbedirà al Governo, anche se saranno attuate azioni coercitive tipo quelle di mandare l'esercito. Si ricorderà che la legge Pugliese che impedisce la costruzione delle centrali nucleari in Puglia fu votata non solo dal centrosinistra, ma anche dal centrodestra. E allora, che i deputati e senatori pugliesi, e tutti i consiglieri regionali, battano un colpo…
E i ministri meridionali – lo ribadiamo ancora una volta – imparino almeno a difendere i loro interessi territoriali, come fanno quelli della Lega Nord, altrimenti si dimettano.
SCHEDA Sicurezza: Salutato entusiasticamente dal governo come "fonte energetica sicura" appare tuttavia indubbio che avere il nucleare vicino casa non è assolutamente lo stesso che a centinaia di chilometri di distanza! Questo tipo di energia continua ad essere pericolosissimo per la salute e per l'ambiente. L'incidente di Chernobyl (Ucraina) del 26 aprile 1986 non è poi così lontano nel tempo se si considera che ancora oggi, nelle regioni confinanti, 2/3 degli adulti e metà dei bambini sono ammalati alla tiroide, c'è il raddoppio delle malformazioni e delle insorgenze di tumori e leucemie. Nel 2002 nell'Ohio (Usa) si è sfiorato lo stesso disastro; nel 2004 a Sellafield (GB) c'è stata una fuga 160 kg di velenosissimo plutonio rivelata solo dopo 8 mesi. Dal 1995 al 2005 c'è stata una serie di incidenti gravi (con 7 morti e centinaia di contaminati gravi) nelle centrali del Giappone e il più grande impianto nucleare al mondo chiuso il 16 luglio 2007 per i danni da terremoto. D'altro canto nessuno tra i tanti sostenitori del nucleare sa dire cosa fare delle scorie radioattive che ancora nessuno al mondo è riuscito a smaltire. Gli Usa hanno speso 8 miliardi di dollari in 20 anni senza trovare una soluzione. Problema, questo, a "lungo termine" se si considera che il plutonio resta altamente radioattivo per 200.000 anni, l'uranio 238 per milioni di anni.
Le centrali di terza generazione, sulle quali è improntato l'accordo, dovrebbero durare più di quelle in funzione - seconda generazione -, senza aver risolto il problema delle scorie né della sicurezza intrinseca. Fa discutere, in questo senso, la "rivelazione" di The Indipendent che le scorie di queste nuove centrali sarebbero più radioattive e pericolose di quelle delle centrali nucleari di seconda generazione! Nelle intenzioni dei sostenitori le centrali di terza generazione dovranno porsi come un ponte verso una quarta generazione che, si promette, sarà assolutamente sicura, non proliferante, con poche scorie e meno pericolose. Ma i reattori di quarta generazione ancora non esistono, sono previsti solo dopo il 2030. Costi: «Dipendere da altri paesi per l'approvvigionamento energetico è pericoloso e preoccupante ed è bene realizzare in Italia centrali nucleari in piena sicurezza», così il presidente del Senato Schifani a sostegno dell'accordo. Ma la costruzione delle centrali nucleari non è certo la soluzione al problema della dipendenza italiana dall'estero in materia energetica: l'Italia non ha, infatti, risorse di uranio, dovrebbe importarlo da Russia, Niger, Namibia, Kazakistan, Australia, Canada. Secondo l'Agenzia per l'energia Atomica, l'uranio dovrebbe scarseggiare dal 2030, invece già dal 1991 ha raggiunto il picco: se ne consuma più di quanto si estrae. Sono le scorte militari che forniscono metà del combustibile. Senza nuovi reattori, la produzione di uranio è già insufficiente, perciò il suo prezzo si è moltiplicato per 10: dal 2001 al 2007 è salito da 7 a 75 dollari la libbra. D'altronde quella del "risparmio" è la carta principale giocata dal governo per convincere l'opinione pubblica, soprattutto in un periodo di piena crisi economica. Peccato che quella dei bassi costi sia solo un'altra delle chimere sbandierate come certezze dal governo. Il nucleare necessita di finanziamenti molto pesanti per un ritorno degli investimenti 20 o 30 anni più tardi: un'eternità per un mercato che (soprav)vive giorno per giorno.
Le stime Usa per i nuovi impianti danno il nucleare a 6,3 cent/ kWh contro 5,5 del gas e 5,6 del carbone. Per questo negli Usa, nonostante gli enormi incentivi stanziati da Bush - 1,8 cent/kWh, oltre il doppio del differenziale di 0,8 cent -, nessuno ci investe più dal 1976. L'unico reattore in costruzione in Europa è in Finlandia: l'azienda privata ci sta perché lo Stato paga lo smaltimento delle scorie e smantellamento finale della centrale, che costa quasi come la costruzione. Lo stato garantisce inoltre l'acquisto di tutta l'energia prodotta per 60 anni: un affare senza rischi per il privato! Ma l'entrata in funzione della centrale, ordinata nel 1996, è slittata dal 2009 al 2011: 15 anni. Così il suo costo finale, da 2,5 miliardi di euro è aumentato a 4 miliardi: più di 4 volte di una centrale a metano della stessa potenza, 1600 MW.
Associazioni aderenti al Forum Salento Contro il Nucleare
Associazione Sos Costa Salento |
Associazione Coppula Tisa |
Associazione culturale 2000 |
Associazione Agesci |
Associazione Zampa Libera |
Pro Civ Arci Tricase |
Culturambiente |
Nuova Messapia |
Associazione Grande Salento |
Associazione Italoellenica Zollino |
Circolo Culturale Ghetonìa Calimera |
Comitato No Acquarossa Melendugno |
Associazione Melendugno Nostra |
Associazione Insieme per i disabili onlus |
Associazione Tonga Soa |
Centro Solidarietà Beato Faa di Bruno |
Uildm Capo di Leuca |
FIDAS Gagliano del Capo |
Associazione AEEOS |
Associazione C.N.I.S. |
Associazione ADOC Lecce |
Associazione Mondoazzurro |
Italia Nostra |
Associazione ARCI Cantieriaperti di Casarano |
Parrocchia San Giovanni Bosco Ugento |
Associazione Ndronico |
Archeoclub Sud Salento |
Associazione Vivi il Sociale di Novoli |
Associazione Famiglie Insieme di Leverano |
Associazione Ipposalento |
Comune di Alessano |
Mondoradio |
Paese Nostro |
Tacco D'Italia |
Salento.com |
Volontariato Salento |
Legambiente Salve |
Associazione Terra dei Messapi |
Circolo PRC/SE Carovigno |
Associazione Sud Salento |
Associazione "Grilli Salentini" |
Arci Res Avetrana |
Associazione Arneotrek |
Centro eudcazione ambientale "Posidonia" Ugento |
Associazione Volontari Tutela Salute |
Associazione GAIA |
Comitato "IO CONTO" Ugento |
Federconsumatori Tricase |
Urban Center Salento |
Lega internazionale di donne per la pace e la libertà |
Associazione Luce e Sorrisi |
Laboratorio Omar Mohessi Arci |
Jàpige Circolo Arci Corsano |
ARCI Comitato Territoriale Lecce |
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