La risposta è di Filomena D'Antini Solero Assessore Provinciale alle Politiche Sociali ed alle Pari Opportunità
"Non rispondono al vero, le dichiarazioni rilasciate da chi ha voluto anche oggi utilizzare il sindacato a soli scopi di contrapposizione politica. Il progetto "Libera XI annualità" e "Libera Percorsi V annualità", recentemente unificate per disposizione del Dipartimento per le Pari Opportunità, continuano a trovare attuazione grazie a finanziamenti ministeriali che vedono il co-finanziamento dell'Ente Provincia, Ente che interviene alla realizzazione del progetto mettendo a disposizione le proprie risorse umane. Risorse umane che sono state stabilizzate dalla precedente Amministrazione come "personale amministrativo-contabile" a part-time. È qui il primo grande nodo della questione. Quelle risorse altamente specializzate sono state declassate dalla precedente Amministrazione a mero personale amministrativo. Procedura oggi – come è noto – al vaglio della Corte dei Conti e della Procura della Repubblica. L'Amministrazione Gabellone ha potuto dare continuità al progetto "Libera" ricorrendo a figure in grado di poter svolgere attività di "presa in carico in qualità di consulente psicologo, educatore, consulente legale, assistente sociale e mediatore linguistico-culturale". Queste figure si sono rese necessarie come esterne non interne all'Amministrazione Provinciale. Di fatto, come spiegato in precedenza, non sono esigibili al personale interno le mansioni che occorrono per il progetto "Libera", in ragione della loro attuale categoria di appartenenza e ciò in conformità delle disposizioni del regolamento provinciale degli incarichi esterni. Gravi, appaiono, le dichiarazioni rese in merito alle professionalità che sino ad oggi hanno reso possibile l'esecuzione del progetto. In riferimento al Centro "CAIA", si è dato atto all'atto del nostro insediamento con delibera di Giunta, che lo sportello in questione, ubicato in Piazzetta d'Enghien, interagisce con l'annesso Centro Risorse per la Famiglia, laddove si interviene sulle dinamiche di conflittualità familiare anche quando ne è causa atti di violenza e abusi nei confronti di donne e minori, nel rispetto della parità di genere. Il Centro "CAIA", oggi re-inserito nel nuovo Piano di Interventi Locali sull'Abuso su Donne e Minori, sia noto, è pronto ma in attesa dell'approvazione regionale per ripartire come Centro Anti-Violenza. L'ubicazione del Centro "Libera" in altra sede ha trovato giustificazione solo nella razionalizzazione delle risorse e dei locali in affitto dell'Amministrazione Provinciale, tenendo conto e non toccando assolutamente la funzionalità e la discrezione dei numerosi servizi offerti dal Centro. In conclusione, appaiono pretestuose, incomprensibili, le affermazioni rilasciate in merito all'attuazione di un progetto che ancora oggi, e solo grazie all'Amministrazione Gabellone, trova grande riconoscimento da parte del Ministero ed erogazione di servizi costanti che garantiscono programmi di protezione sociale, di tutela alle vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale e anche lavorativo, e a coloro che vengono condotti in condizione di schiavitù". F