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Data: 06/10/2009 - Ora: 10:19
Categoria:
Politica
L’impegno del Direttore generale ai Sindacati confederali: entro fine ottobre lo statuto della società "in house providing" per avviare il processo di internalizzazione
Un passo importante per il processo di re-internalizzazione dei servizi nella sanità pugliese è stato segnato grazie all'incontro richiesto dai Sindacati confederali alla Direzione provinciale della ASL di Lecce, tenutosi lo scorso 1^ ottobre. CGIL, CISL e UIL, assieme ai rappresentanti delle categorie interessate, hanno ottenuto la disponibilità da parte del Direttore generale della ASL Guido Scoditti ad avviare, nel più breve tempo possibile, la sperimentazione gestionale dell'"in house providing" nella struttura sanitaria salentina per completare il processo di internalizzazione degli appalti nella sanità pugliese.
La richiesta da parte dei Sindacati confederali è giunta agli indirizzi dei vertici dell'Azienda sanitaria salentina con l'obiettivo di affrontare la questione delle esternalizzazioni dei servizi correlati alla Sanità pubblica locale. I Sindacati hanno voluto conoscere e valutare gli orientamenti sui criteri e le procedure in atto per l'attivazione dei progetti di sperimentazione gestionale e dell'istituto dell'"in house providing". Il tutto con riferimento alle linee guida che la Regione Puglia ha dettato alle Asl pugliesi (con la delibera della Giunta Regionale n.745 del 5 maggio 2009), per proporre tempestivamente programmi di sperimentazione per internalizzare i servizi gestiti fino ad ora con appalti a ditte esterne.
Misure che porterebbero alla stabilizzazione del personale, oltre che a una cospicua riduzione di costi per la sanità pugliese. I dati parlano di 7.600 lavoratori interessati in *Puglia* e di una spesa che supera i 300 milioni di euro. I numeri sono considerevoli anche guardando al dato della sola ASL di Lecce: sono circa 1200 i lavoratori impiegati nei servizi esternalizzati della sanità pubblica salentina, di cui: 729 operatori nei servizi di ausiliarato, pulizie, vigilanza, portierato, sanificazione, etc.; 27 unità nei servizi di lavanderia; 245 lavoratori nella ristorazione; 98 operatori nella elaborazione dati "help desk". Il costo complessivo che la ASL della provincia di Lecce sostiene ogni anno per i servizi esternalizzati è di 33 milioni 461mila 416 euro.
Il ricorso eccessivo alle esternalizzazioni dei servizi attraverso appalti a ditte esterne, porta a una frammentazione del lavoro, alla caccia all'appalto, all'esplodere dei costi, al peggioramento delle condizioni di lavoro. Il governo regionale, grazie al forte impulso dei Sindacati confederali, ha favorito l'avvio di processi di reinternalizzazione dei servizi esternalizzati attraverso la costituzione di agenzie "in house", con cui si profila un lavoro più stabile e un futuro più dignitoso. L'impegno preso dalla Direzione generale della Asl della provincia di Lecce, durante questo primo incontro con CGIL, CISL e UIL, svoltosi presso la sede della Direzione sanitaria, in via Miglietta, è di presentare entro la fine di ottobre lo Statuto della Società in house.*CGIL, CISL e UIL vigileranno affinché, nel processo di internalizzazione, siano garantiti i livelli occupazionali per tutti i lavoratori dei servizi.
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