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I dati della senologia nel mondo e in Italia

Data: 05/07/2012 - Ora: 09:57
Categoria: Attualità

Senologia

Quattrocentomila donne muoiono per un tumore al seno

Il tumore al seno rappresenta la forma più diffusa di carcinoma al seno. Ogni anno al mondo vengono diagnosticati più di 1 milione di nuovi casi e 400.000 donne muoiono per questa malattia: il 40%.
Nei Paesi ad economia avanzata 1 donna su 100 si ammala entro i 45 anni, 2 su 100 entro i 50 anni e altre 8 su 100 fra i 50 e gli 80 anni. Nel 2007 in Europa l'incidenza del tumore al seno è stata di oltre 280.000 nuovi casi e la mortalità di circa 75.000 casi, siamo al 26,8%.
In Italia ogni anno si ammalano di tumore al seno circa 40.000 donne, un dato che rappresenta il 20-25% di tutti i tumori maligni femminili. Sta cambiando l'età in cui il tumore al seno si manifesta. Il 30% circa prima dei 50 anni, il 45% tra i 50 e i 70, il 25% dopo i 70 anni. Sono circa 400.000 le donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario tra il 1997 ed 2007.
Sempre in Italia il tumore al seno rappresenta la causa di morte fra le donne comprese tra i 35 ed i 45 anni, grazie agli screening e alle diagnosi precoci la mortalità è leggermente in diminuzione ma ad oggi ogni anno sono almeno 12.000 le donne che muoiono e questa cifra testimonia l'elevato rischio di mortalità della malattia.
Il presidente della LILT (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori), Francesco Schittulli, recentemente ha presentato una ricerca che ha stimato i costi del tumore al seno: tra i 30 ei 40 mila euro per ogni singola tipologia di cancro mammario, in relazione alla gravità della malattia, alle eventuali complicazioni, alla complessità e durata del previsto ciclo di terapia.
La stima considera anzitutto i costi medico-sanitari diretti e indiretti, che sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale per l'86%. Ma considera anche i costi non propriamente sanitari, quelli non direttamente legati alla malattia: trasferte e spostamenti che spesso coinvolgono anche familiari a i più stretti parenti delle pazienti, la diminuzione del reddito familiare legata alla forzata astensione dal lavoro e infine gli oneri derivanti da una diversa gestione dell'economia domestica in relazione all'inabilità della donna a svolgere il proprio essenziale ruolo all'interno della famiglia.
Al di là del pur rilevante impatto economico e dei costi a carico della collettività, il tumore al seno, secondo il presidente della LILT, rappresenta una vera e propria patologia sociale e una priorità per la sanità pubblica.
Si tratta di una patologia da fronteggiare allora con strumenti più adeguati, più tecnologicamente avanzati, più organizzati nel panorama delle varie figure che concorrono alla individuazione e alla cura del tumore al seno.
La figura del chirurgo senologo è al vertice di questa organizzazione, essendo la sua azione l'atto, decisivo, dell'intervento sul tumore al seno.
E' dal 2004 che si cerca di dare al chirurgo senologo una sua precipua identità. Alcune proposte di legge, non molte per la verità, sono state presentate, assegnate alle commissioni di competenza, ma nessuna di queste ha mai iniziato l'iter parlamentare.
Eppure non poche sono state le Risoluzioni del Parlamento Europeo: il 5 giugno 2003, si chiedeva che le donne affette da carcinoma alla mammella avessero il diritto di essere curate da una equipe interdisciplinare e invitava gli Stati membri di dotarsi dei cosiddetti "Breast Unit"; il 25 ottobre 2006 metteva in allarme i Paesi membri dell'aumento del cancro al seno nelle giovani donne, invitandoli a creare una rete capillare di equipe interdisciplinari entro il 2011; nell'aprile del 2008 tutti i parlamentari europei invitavano gli Stai membri ad impiegare nella diagnostica tecnologie più avanzate rispetto alle tecnologie tradizionali e anche di istituire unità senologiche d'eccellenza, che potremmo chiamare "Breast Unit Advance; infine il 22 gennaio 2009 la Commissione Sanità europea lanciava un accorato allarme, invitando i Paesi membri ad intensificare l'azione di screening (soltanto il 50% delle donne al di sopra dei 49 anni aderiscono ai programmi di screening) investendo in nuove tecnologie con i fondi della Comunità.
Di fronte a questo schieramento di forze messo in campo per combattere la battaglia contro il tumore al seno, nelle università italiane non esiste alcuna specialità in senologia,tanto meno in chirurgia senologia
L'ANISC (Associazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi) da anni si sta prodigando per istituire una Specializzazione Chirurgica in Senologia che garantisca la formazione di chirurghi dedicati e ne riconosca al contempo la qualifica. Al momento il chirurgo senologo è ancora un ibrido o un fantasma che si aggira nelle corsie di altre Unità Operative alla ricerca di uno spazio e di una identità. Eppure il chirurgo senologo dovrebbe essere come il "Direttore d'orchestra", colui che trae da ogni componente orchestrale, l'ecografista, il radiologo, il patologo, il chemioterapista, il chirurgo plastico, il fisiatra, lo psicologo, ecc, il massimo delle competenze per dare alla donna un'unica figura di riferimento, che la sappia gestire, consigliare e indirizzare, considerando il suo seno come un bene prezioso, di alto valore, da preservare.

Cos'è l'A.N.I.S.C.

L'A.N.I.S.C. (Associazione Nazionale Italiana Chirurghi Senologi) è stata costituita con grande partecipazione nel 2005 e si prefigge di riunire i colleghi chirurghi che hanno un concreto interesse o che sono dedicati alla senologia.
Scopo di questa iniziativa è quello di promuovere il perfezionamento di un percorso diagnostico-terapeutico per le malattie e i tumori della mammella, che risponda ai migliori standards di qualità nelle strutture ospedaliere, universitarie e negli istituti di ricerca.
Questo obiettivo richiederà prioritariamente di definire, d'accordo con gli altri specialisti, ma con chiarezza, i ruoli e gli ambiti operativi di ognuno, nel superiore interesse delle pazienti.
Il riferimento culturale, organizzativo e scientifico di questa iniziativa è il Prof. Umberto Veronesi.

Finalità
1) Riconoscimento della figura del Chirurgo Senologo
2) Riconoscimento del Chirurgo Senologo quale tutor della donna sintomatica nelle varie fasi del processo diagnostico e terapeutico.
3) Ottimizzazione della integrazione con le altre figure professionali (radiologi, patologi, nuclearisti, oncologi, radioterapisti, chirurghi plastici)
4) Riconoscimento della specialità di Chirurgia Senologia che dovrà comprendere tutti gli aspetti che vanno dalla fase diagnostica clinica a quella chirurgica,integrando l'atto demolitivi con quello ricostruttivo.

Autore: MN

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