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Data: 08/03/2011 - Ora: 11:59
Categoria:
Politica
Proposta di Legge dell’On.le Ugo Lisi
Fare cessare il prima possibile l'esercizio abusivo della professione medica ed odontoiatrica per tutelare, soprattutto, le categorie più deboli che spesso subiscono seri danni e si vedono costrette ad un ulteriore esborso da corrispondere ad un vero professionista per curare le lesioni personali, spesso irreversibili, causate dal truffatore di turno non abilitato all'esercizio della professione medica od odontoiatrica. Per questi motivi insieme alla collega Viviana Beccalossi, ho presentato una Proposta di Legge che chiede l'introduzione, nel Codice Penale, dell'articolo 348 bis, grazie al quale le lesioni causate da tali sedicenti professionisti, passano da colpose a volontarie inasprendo, così, le pene a cui questi soggetti sono sottoposti.
Troppo spesso gli organi di informazioni fanno apprendere all'opinione pubblica le situazioni illecite scoperte dal Nucleo Antisofisticazioni dell'Arma dei Carabinieri e si viene così a conoscenza di odontotecnici che fanno i dentisti, ottici che esercitano la professione di oculisti, fisioterapisti che si spacciano per ortopedici, per non parlare, poi, di erboristi che realizzano diagnosi prescrivendo palliativi come se fossero vere e proprie medicine.
Attualmente le leggi sono inadeguate alla realtà odierna, oppure troppo miti e non disincentivano i disonesti a violarle, avendo piena consapevolezze che, grazie ad un buon avvocato, alle pene ridotte, al rito abbreviato e al patteggiamento, come ad altri vari artifizi, possono cavarsela con poco e, altresì, riprendere l'attività illecita pochi mesi dopo, magari in altro luogo. Con questo Proposta di Legge, lo Stato viene così chiamato, oggi, ad aggiornare uno degli articoli del Codice Penale che più necessitano di aggravio della sanzione per la tutela di tutti i cittadini/pazienti. Fornendo mezzi certi agli organi giudicanti e dissuadendo dal delinquere i criminali e anche i loro fiancheggiatori grazie, finalmente, ad una vera e propria certezza della pena.
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