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Data: 07/02/2011 - Ora: 09:46
Categoria:
Politica
Nota dell'assessore Barbanente
Di seguito, una dell'assessore alle Politiche del Territorio, Angela Barbanente sull'argomento che più di qualunque altro tiene banco in questi giorni: "Il voto sul Federalismo municipale ha respinto la norma sulla cedolare secca, l'ennesima misura del Governo nazionale volta ad aggravare le disuguaglianze sociali in un Paese nel quale, secondo il Rapporto della Banca d'Italia, il 45% del reddito si concentra nelle mani del 10% delle famiglie più ricche, mentre la metà più povera ne detiene solo il 10%.
"Ci si augura che si tratti dell'epilogo di una proposta governativa che per mesi si è avvitata attorno a modifiche numeriche che non hanno intaccato la risibile differenza fra canone libero e canone concordato (23% contro 21% e poi, dalla "bicameralina" ritoccato a 21% e 19%), e che hanno lasciato comunque inalterata la sostanza di misura palesemente ingiusta perché tanto più vantaggiosa quanto più ricco è il proprietario, perché prevedibile causa di ulteriori aumenti dei canoni liberi rispetto ai canoni concordati, e perché priva di alcuna forma di sostegno agli inquilini.
"La proposta respinta, peraltro, in assenza dell'emersione dell'affitto in nero auspicata dai proponenti (come se non si possa conseguire il medesimo risultato rafforzando i controlli con gli strumenti disponibili…), rischiava di comportare un minore gettito fiscale di ben 3,38 miliardi. "Coerente con questa dissennata politica del Governo nazionale è la progressiva riduzione del fondo nazionale di sostegno all'affitto. Mentre la Regione Puglia, nonostante le note difficoltà di bilancio, continua a stanziare 15 milioni di euro annui a favore degli inquilini più disagiati e molti comuni incrementano la quota di compartecipazione, il contributo statale tende a ridursi sempre più e in modo sempre più accelerato a mano a mano che il disagio abitativo si aggrava per effetto della crisi economica. Giova ricordare infatti, che il contributo statale negli ultimi anni è precipitato dai 20 milioni di euro del 2004 ai circa 9 milioni del 2010, sino all'ignobile falcidie della quota 2011, pari a poco più di 2 milioni. "
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