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Distributore automatico per Made in Carcere

Data: 26/07/2012 - Ora: 08:55
Categoria: Attualità

Made in carcere

Il Marchio è una bella invenzione di Giovanna Delle Donne

Il marchio Made in Carcere di Luciana Delle Donne diventa grande. Ieri ha presentato il distributore automatico di manufatti alla presenza del Presidente Vendola.
"C'è una adagio ebraico che dice "il diavolo brucia, Dio recupera". Ed è proprio sulla nozione di recupero che si gioca una partita molto particolare e controcorrente, una doppia partita. Da una parte l'idea che gli oggetti, se vengono percepiti come materia e non come spazzatura, possono diventare non un problema di smaltimento ma un'occasione di produzione di ricchezza. Dall'altra c'è il recupero come nozione che riguarda gli essere umani.

Il recupero di quelli che infrangono le regole, di quelli che si collocano, per un certo periodo della loro vita, al di fuori della trama di relazioni solidali che legano i cittadini ad un patto di convivenza". Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola inaugurando ieri mattina, presso l'Aeroporto Karol Wojtyla di Bari, il primo distributore automatico della solidarietà, un innovativo distributore self-service per l'acquisto H24 di alcuni manufatti di Made in Carcere, "l'efferevescente esperienza imprenditoriale" di Luciana delle Donne che nasce a Lecce nel 2007.

Una cooperativa sociale che produce manufatti "diversa(mente) utili" (borse, magliette, portachiavi etc etc) confezionati da donne detenute che hanno avuto la fortuna di poter usufruire di una "seconda opportunità" facendo vivere ai tessuti una "doppia vita", utilizzando materiali e tessuti esclusivamente di scarto, provenienti da aziende italiane particolarmente sensibili alle tematiche sociali ed ambientali.

"La condizione del carcere in Italia è una grande vergogna - ha aggiunto Vendola - è un buco nero della coscienza civile e democratica del nostro paese. L'esperienza stravagante ed eccentrica di Luciana – ha detto Vendola - è il segno di quanto sia generalizzata l'arretratezza culturale perchè le esperienze così, dovrebbero essere realizzate in tutte le carceri italiane e dovrebbero riguardare sia le donne detenute che gli uomini detenuti.

Quanta umanità e quanta possibilità noi abbiamo di imparare guardando coloro che vivono in carcere - ha sottolineato il Presidente - e quanto bisogno di educarci reciprocamente ad essere migliori e a ricostruire la forma della convivenza che non è solo rispetto astratto della legalità ma che significa riconoscersi in un rapoorto di solidarietà e reciprocità.

"Made in Carcere – ha concluso Vendola - sia per noi non soltanto una bellissima invenzione, ma anche una spina nel fianco della nostra ipocrisia".

Autore: Maria Nocera

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