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Data: 28/01/2011 - Ora: 09:00
Categoria:
Politica
La mancata assegnazione delle quote attribuite alle regioni con l’aggiunta degli enormi incentivi statali, i più alti al mondo, stanno determinando la totale deregulation della politica nazionale sull’energia
"Le quote di energia non sono un'invenzione di Vendola. Se Palese ha bisogno di informazioni in merito non deve far altro che consultare il decreto legge 30 dicembre 2008 n. 208 convertito nella legge n. 13 del 2009. Palese trova le informazioni di cui ha bisogno nell'articolo 8-bis. È una legge del governo Berlusconi e non di Vendola. Proprio nell'articolo 8-bis c'è scritto che il ministro dello Sviluppo economico emana, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, "uno o più decreti per definire la ripartizione fra regioni e province autonome di Trento e Bolzano della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili per raggiungere l'obiettivo del 17 per cento del consumo interno lordo entro il 2020 ed i successivi aggiornamenti proposti dall'Unione Europea".
Come può vedere Palese, non sono passati 90 giorni, ma due anni. La mancata assegnazione delle quote attribuite alle regioni con l'aggiunta degli enormi incentivi statali, i più alti al mondo, stanno determinando la totale deregulation della politica nazionale sull'energia. Il governo in sostanza continua a sostenere le fonti fossili, incentiva il nucleare per di più di vecchia generazione e fa pagare ai cittadini gli incentivi fissati dallo Stato sulle rinnovabili. Le conseguenze sono due: da un lato il grande carico ambientale, dall'altro i danni economici ai cittadini che, è opportuno ricordare a Palese e alla sua parte politica, pagano con la bolletta gli incentivi sulle rinnovabili che finiscono nelle tasche degli imprenditori. I pugliesi hanno un'ipoteca di vent'anni sul costo della bolletta quando probabilmente la quota di rinnovabili è stata già raggiunta e magari superata. Purtroppo non possiamo saperlo proprio perché le quote non sono state assegnate e continuiamo a pagare quando magari non dovremmo più farlo. C'è qualcuno che è responsabile di questo se non il governo nazionale? Per questo – ribadiamo – lo Puglia si batterà in ogni sede per ottenere le quote e limitare a quelle l'erogazione degli incentivi. Segnaleremo alla Commissione europea l'erogazione di incentivi oltre la quota assegnata . Nel caso in cui ciò dovesse accadere, risulterebbero violate le regole europee. Si riconoscerebbero cioè incentivi in mancanza di "fallimento di mercato". Quanto alla Conferenza Stato-Regioni alla quale ho partecipato personalmente, vorrei informare Palese che in quella sede si è discusso dell'impatto sul suolo agricolo degli impianti di energia in riferimento ad una norma contenuta nello schema di decreto legislativo di riordino delle fonti rinnovabili, mentre l'argomento delle quote non è stato neanche toccato. La verità è che ormai Palese si esercita a difendere l'indifendibile. Il governo nazionale ha emanato le linee guida dopo sette anni di inerzia, nel frattempo ha impugnato le leggi regionali infischiandosene della leale collaborazione tra Stato e Regioni. Se per le linee guida abbiamo aspettato sette anni, per le quote non aspetteremo più. Mentre la Regione Puglia in questi anni ha promosso le rinnovabili, il governo si è svegliato dalla sua inerzia solo per pagare una costosa campagna di comunicazione in favore del nucleare. Lo stesso governo ha fatto abolire le tutele volute dalla Regione Puglia sulle aree protette e sulle aree agricole, mentre autorizzava l'ampliamento delle centrali di fonti fossili. Dov'era allora Palese? Perché Palese non dice ai cittadini pugliesi se vuole il nucleare? Qual è la nuova trovata di Palese: farci fare una legge incostituzionale, sottoporci alle richieste di risarcimento danni da parte degli imprenditori e poi solo dopo gridare ‘al lupo al lupo'? Caro Palese, su questo terreno non abbiamo nessuna intenzione di seguirti".
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