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Data: 08/04/2008 - Ora: 08:55
Categoria:
Cultura
Ci chiediamo, perché non trasformare il restauro del campanile di Lecce, almeno in questa fase dell’intervento, in una analoga opportunità culturale e utilizzare l’ascensore-montacarichi del cantiere allestito per completare il ponteggio?
A dire il vero però l'appello oltremodo accorato, è una chiamata alle responsabilità istituzionali e un coinvolgimento tardivo se consideriamo che il progetto è già stato predisposto e cantierizzato da tre anni con una soprabbondante e costosissima "gabbia".
In sostanza sono stati tenuti da parte i cittadini mentre i loro rappresentanti forse hanno sostato in panchina, oltre i tempi supplementari, quasi pronti ad entrare in campo e sulla scena mediatica al momento giusto secondo precise volontà.
D'accordo, la proprietà del manufatto è della Curia arcivescovile ma il monumento e l'importanza del suo restauro sono e restano un bene storico-culturale che deve essere ancora fruito e messo nella disponibilità dei cittadini leccesi , dei salentini e dei tanti turisti.
Su queste tematiche, è assurdo sinora il quasi silenzio assordante! A chi giova? Non certo alla cultura e al turismo!
In altri contesti invece, quasi contemporaneamente è stato avviato in più fasi il restauro di un monumento che per tipologia è assai vicino al nostro campanile. Parliamo della Ghirlandina, torre campanaria del Duomo di Modena di 90 m. circa, in parte di proprietà comunale. Dal mese di maggio 2007 per questo restauro lavora un Comitato scientifico appositamente istituito e composto da tecnici del Comune, dai rappresentanti delle Soprintendenze ai Beni Architettonici e Archeologici oltre che da esperti nelle singole discipline direttamente prese in considerazione per il restauro e cioè docenti dell'Università Cà Foscari di Venezia, dell'Università di Parma, del Politecnico di Torino, dell'Università di Modena e Reggio Emilia e dell'Università IUAV di Venezia.
Proprio considerando il valore simbolico e culturale della Ghirlandina il cantiere ora è stato "aperto" ai cittadini e già sono in programma eventi e mostre tematiche e manifestazioni nell'ottica di una promozione turistica dell'intera città di Modena. Si è consentito di organizzare ed avviare visite guidate con quattro tipologie per salire sui ponteggi e per la prima volta vedere da vicino le decorazioni delle cornici e i materiali lapidei interessati al restauro.
Ci chiediamo, perché non trasformare il restauro del campanile di Lecce, almeno in questa fase dell'intervento, in una analoga opportunità culturale e utilizzare l'ascensore-montacarichi del cantiere allestito per completare il ponteggio?
Quella di Modena, una scelta fondamentale che ha tenuto conto dell'aspetto culturale e della promozione e coinvolgimento diretto, che l'Amministrazione comunale, in prima battuta, aveva previsto con la formazione di tre Comitati tra loro coordinati per affrontare in modo completo e scientificamente corretto il restauro della Ghirlandina monumento del sec. XII.:
Comitato scientifico con il compito di "proporre linee di intervento, orientare le scelte attuative e valutare i risultati scientifici dei lavori e dare il proprio apporto per la definizione ed il completamento delle indagini";
Comitato tecnico con il compito di "completare e coordinare gli studi avviati, progettare ed attuare gli interventi, dirigere il cantiere, monitorare i risultati degli interventi e definire il piano di manutenzione per gli anni successivi";
Comitato eventi culturali con il compito "di programmare e gestire la promozione dell'intervento di restauro come opportunità culturale della Città".
E qui a Lecce, siamo proprio sicuri che al già ottenuto finanziamento pubblico dell'8 per mille accanto a tutti gli sponsor che sicuramente si affiancheranno in itinere non si possa "contrappesare" almeno una giusta motivata e decisa richiesta pubblica di partecipazione e di coinvolgimento culturale della città di Lecce, città sconfortatamene da sempre divisa quasi su tutto?
A noi cittadini del Salento e ai tanti sicuri turisti, durante e dopo il restauro sarà consentito l'ingresso e la salita a perdifiato fino a vedere e apprezzare da vicino i particolari lapidei barocchi, le grandi balaustre tornite e decorate, il cupolino policromo e, fino in cima all'altezza di 73 metri circa, la banderuola metallica del santo protettore?
Ciascuno di noi potrà emozionarsi e per la prima volta posare lo sguardo sull'intero cortile del Vescovato, il più straordinario insieme barocco, vera elegante e armonica sinfonia, sui tetti con tegole arse dal sole e sulle terrazze squadrate?
Ci sarà consentito sconfinare coi pensieri oltre il possibile e il già noto al di là delle distese macchiose e delle campagne olivetate fino all'immenso mare alla ricerca da un lato delle cime innevate dell'Albania e dall'altro delle coste della Calabria?
Sarà possibile posarsi con lo sguardo a volo d'uccello sulle facciate delle tante chiese e sui chiostri dei conventi e sui giardini delle residenze nobiliari e riconoscersi cittadini nel tortuoso reticolo viario?.
Sarà quello di Lecce forse il primo campanile del Salento ad aprire la porta alla sua Città?
Lecce, 31 marzo 2008
Valentino De Luca,
Storico, bibliotecario nell'Università del Salento
direttivo Associazione Cicloamici –Lecce
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