Se confondiamo la volontà di Dio con la nostra, non riusciamo a capire il Vangelo
odierno. Dobbiamo tenere a mente chiaro il concetto che il Signore in cui crediamo
è solo Amore, in LUI non c'è egoismo! Per l'uomo purtroppo la realtà è assai diversa.
Quando il Creatore non ci volle individui, solitari, pensò a un'umanità aperta alla
relazione altruista, espressa dal servizio vicendevole, che avrebbe reso il nucleo
familiare la prima palestra per esercitarci nella carità, fino a renderci espressione
dell’Amore divino. La colpa d'origine ha rovinato il progetto divino iniziale, così che il
Vangelo deve apportare dei correttivi, alle nostre esperienze affettive, a cominciare
dalla vita di relazione familiare. Qui l'appartenenza reciproca dei coniugi, genitori e
figli non è "possesso" egoistico, come spesso accade, ma affetto, capace di liberare
padre, madre e prole dalla paura di vivere. Questa genera la presunzione di poter
spadroneggiare sull’altrui esistenza (filiale o genitoriale che sia); ci si sente
naufraghi, attaccati agli altri come a un pezzo di natante nell'oceano. Se Gesù ci
chiede di dare il primato all'Amore di Dio, non lo fa per accrescere la Sua gloria, ma
perché LUI è la sola possibilità, offerta di uomini, di essere "liberi" di Amare l'altro,
senza ridurlo a un fantoccio di comodo. Tale lo vorrebbe il nostro egoismo, vera
origine della concreta e triste solitudine di cui patiamo. Gli altri, qualunque sia il
rapporto umano che ci lega loro, saranno motivo di gioia e di ricchezza se sapremo,
fra loro e noi, far vivere l'Amore vero, quello che ci ha rivelato Gesù Cristo nel
Vangelo. Chi Ama dona sé stesso, anche quando offre all'altro solo un bicchiere
d'acqua …del quale il Padre del Cielo non si dimenticherà mai.