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Vangelo della XXVIII domenica del tempo ordinario

Data: 07/10/2021 - Ora: 13:27
Categoria: Attualità

vangelo

Il giovane "ricco", anonimo perché ci rappresenta tutti, sceglie di tenere, per sé, i
suoi molti averi, rinunciando ad usarli per sovvenire i bisognosi, se ne va via triste"
dice il Vangelo .


Siamo abituati, da sempre, a definirci cristiani, accogliendo però
contemporaneamente nella nostra vita, credenze pagane, quali: l’affidamento del
destino "agli astri", agli idoli, alla scalata del potere socio-economico, disposti a
tutto in vista di un posto siamo, e anche di qualche arrotondamento in denaro, poco
lecito. Il giovane di cui parla il Vangelo di questa XXVIII domenica del Tempo
Ordinario, avendo molte ricchezze, crede di potersi procacciare tutto, anche la
certezza della vita eterna, proprio come molti, fra noi, che per non perdersi niente,
cercano di assicurarsi anche il "futuro premio", senza rischi imprevisti. Il Vangelo,
invece, non ammette connivenze tra Dio e mammona, è totalizzante: la vita eterna
"merita" – dice Gesù – che delle nostre ricchezze terrene, usiamo per far crescere la
nostra Carità (Amore per Dio e per i fratelli), Bene che non si baratta, né ci concede
di stare, con il cuore doppio , tra i beni eterni, e quelli su cui fondiamo poi, di fatto,
la nostra esistenza.
Il giovane "ricco", anonimo perché ci rappresenta tutti, sceglie di tenere, per sé, i
suoi molti averi, rinunciando ad usarli per sovvenire i bisognosi, se ne va via triste"
dice il Vangelo .
La gravità della scelta dei "ricchi" sta nella chiusura dei propri progetti umani,
intorno al "possesso personale", che diviene idolo, occupa cioè, nella vita, il posto di
Dio.
I beni materiali sono un dono della Provvidenza, ma l’uomo non ne è il proprietario
assoluto- tanto è vero che non ci portiamo via nulla-, è invece "chiamato" da Dio ad
amministrarli saggiamente includendo i poveri. Per approfondire questa pagina
possiamo rileggerci la parabola dei talenti, e quella del ricco epulone. Gesù
commenta con gli Apostoli, la rinuncia al Regno eterno di questo giovane, dicendo
che è molto difficile entrare nella Vita che Dio ci prepara soprattutto per chi
possiede molto…
I beni terreni purtroppo incatenano il cuore di chi li possiede… "Però – conclude il
Maestro- se è impossibile all’uomo "salvarsi" da questo mondo schiavizzante, ciò è
possibile a Dio.
Il Padre infatti cerca di condurci a Sé, liberi; non ci lascia da soli su terreni scivolosi,
come quello della "ricchezza", ma ci rivela, se noi Glielo consentiamo, quale sia per
noi la vera felicità. Il prezzo da pagare per averla non è mai troppo alto, giacché la
nostra umanità è fondata nel Signore, e, lontani da LUI non c’è bene che ci renda
profondamente appagati.

Autore: Mariagrazia Camassa

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