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Tipicità per l'agricoltura del futuro

Data: 21/07/2016 - Ora: 10:12
Categoria: Economia

mandorlo

Il Salento è a vocazione agricola

Fico, pero, noce, mandorla, ma anche ficodindia, giuggiolo, cotogno, cappero. "Un tempo erano coltivazioni famigliari molto diffuse nel Salento", osserva Francesco Minonne, impegnato da anni nello studio e nel recupero delle specie autoctone. "Oggi grazie alla ricerca e a moderne tecniche colturali queste specie possono essere interessanti anche per chi fa impresa con l'agricoltura. La ricerca può essere di grande ausilio per aiutare gli agricoltori ad investire in impianti produttivi che facciano riferimento ad una base genetica autoctona, ma che nello stesso tempo abbiano appeal per il mercato, penso ad una cultivar di pera di pezzatura adatta alla grande distribuzione, o a un tipo di fico particolarmente gustoso e richiesto".

Altra prospettiva allettante per il Salento è quella della frutta secca, mercato al momento appannaggio degli Stati Uniti. La sola California vanta 200mila ettari di noce e 500mila ettari di mandorlo. Per non parlare del Cile, che sta intensificando sempre più la produzione. "Nonostante queste grandi estensioni, la domanda continua a crescere perché ci sono tre miliardi di indiani e cinesi che hanno iniziato a consumare frutta secca", spiega Luigi Catalano, che è anche coordinatore nazionale di Civi Italia, il centro interprofessionale per le attività vivaistiche. "Alla luce di questa crescente richiesta di frutta secca nel mondo - aggiunge - credo che il Salento possa guardare con interesse ad alcune coltivazioni adatte al territorio, come il nocciolo, il mandorlo, il pistacchio, il pecan".

"Stiamo lavorando ad una serie di caratterizzazioni genetiche - spiega il professor Savino - e all'ampliamento delle banche di germoplasma delle specie tipiche del territorio".

"Il paesaggio è strettamente collegato all'attivita rurale e dunque la bellezza del nostro territorio dipenderà anche dalla biodiversità che sapremo mettere a dimora e coltivare nei prossimi anni", conclude il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante.

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