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Legittima difesa. Cos'è e quando va esercitata

Data: 03/11/2015 - Ora: 11:35
Categoria: Attualità

legittima difesa

Dubbi e domande su fatti di cronaca

Nelle ultime settimane, si è scatenato un polverone mediatico in cui i protagonisti sono un pensionato Francesco Sicignano e un ladro deceduto di orgini Albanesi Gjergi Gjonji.
Anche se i fatti di quella tragica notte sono stati ampiamente sviscerati, è doveroso riproporre una ulteriore cronaca in seguito alle ultime considerazioni fatte dagli inquirenti:
Francesco Sicignano si trovava nella sua abitazione quando stando alla sua deposizione "Ho visto la sagoma di un uomo all'interno della cucina, ho gridato 'cosa stai facendo?' e a quel punto lui invece di allontanarsi mi è venuto incontro, minaccioso. Si trovava a circa due metri e mezzo, ho avuto paura di essere aggredito e ho sparato. Lui si è trascinato fuori casa, ancora vivo, uscendo sulle scale esterne". Sono passate alcune settimane dall'accaduto o dopo avere effettuato l'autopsia sul corpo del 22enne, alcune dichiarazioni sembrano non coincidere come per esempio i colpi sparati dalla sua pistola infatti secondo i carabinieri che hanno fatto diversi sopralluoghi nella casa, non sono stati ancora ritovati i due colpi sparati in aria che il pensionato sostiene di avere effettuato, o anche il fatto che sia stato un solo colpo al petto ad aver troncato la vita di quel ragazzo.


Ora Sicignano è indagato per omicidio volontario non solo per le incongruenze del suo racconto, ma anche perchè forse avrebbe potuto sparare alle gambe e non al petto, non essendoci testimoni non si può neanche affermare con matematica sicurezza che il giovane avesse realmente cercato di aggredire il pensionato.
Molti politici si sono schierati in difesa di Sicignano: Segretario Federale della Lega del Nord Matteo Salvini ha cosi commentato il giorno dopo "non mi dispiace, se l'è andata a cercare" per poi rettificare durante un programma televisivo "Le pistole vanno usate il meno possibile, non siamo nel far west" mentre il politico si è offerto di pagare le spese per la difesa del pensionato.


Altri politici hanno tuttavia sostenuto una tesi opposta nella quale non si può pensare che la legittima difesa sia sostituita dall'accanimento o peggio ancora il possesso di armi in casa o nei luoghi di lavoro diventi una prerogativa.
In merito alla legittima difesa l'articolo 52 del codice penale prevede tre requisiti fondamentali i
1) La difesa deve essere necessaria
2) Il pericolo della difesa deve essere attuale (ovvero l'aggressione deve avvenire in un tempo presento e non futuro o passato)
3) La difesa deve essere proporzionata all'offesa
Dopo aver spiegato ciò che la politica e la legge stabiliscono, potrebbe essere illuminante analizzare la questione in un'ottica filosofica-morale: è grande questione morale la domanda "E' giusto commettere una cattiva azione che danneggi un individuo per un giusto scopo?"
il giusto scopo non può essere riscontrato in qualcosa di materiale, l'unico motivo per cui varrebbe la pena rischiare è la propria incolumità, direbbe chiunque, ma la morale pone come limite la vita e nessuna vita è più importante di un'altra e quindi lottare per essa è un principio egoistico.
La religione Cristiana rende questo diktat morale come una realtà attraverso la morte di Cristo che ha sacrificato la sua carne per un bene non singolo, ma universale.

Cercare di raggiungere il suo livello o anche solo di avvicinarsi minimamente è possibile, prove ne sono quegli uomini che sono morti per salvare una vita.
La legittima difesa se vista in questa prospettiva si trasforma in semplice difesa dettata da un naturale senso di autoconservazione proprio di un istinto animale.
In una situazione di pericolo imminente le sinapsi mandano un allarme a cui il nostro corpo reagisce prima ancora di avere analizzato lucidamente l'emergenza: per questa ragione spesso commettiamo atti violenti in risposta a un pericolo e subito dopo ci pentiamo, ma è una reazione forse impossibile da controllare ma non per questo giustificabile.


Per concludere la scienza che ci spiega le azioni-reazioni del nostro corpo alle varie situazioni, ci mostra come è facile agire impulsivamente (anche sbagliando) e non offre - a meno che non ci sia una patologia psichica- alternative.
Successivamente, dopo l'istinto entra in gioco la morale che come spiegato prima non giustifica una violenza per rispondere a una violenza.
Il pensionato ha reagito istintivamente e ha sbagliato secondo la morale, ma sta nella sua e di chi lo circonda etica, porsi delle domande e dare per quanto possibile una risposta.

Autore: Susanna Conte

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