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Data: 03/04/2012 - Ora: 08:43
Categoria:
Politica /
Tributaria
Il governo dei sindaci pugliesi lancia l'ennesimo allarme sui conti
Il Governo ha deciso di lasciare inalterata la scadenza della prima rata sull'Imu applicando le quote già esistenti per la prima abitazione e con le detrazioni di base e poi il conguaglio di eventuali ritocchi al rialzo a dicembre. Nell'incertezza di non poter applicare con certezza quale aliquota sugli immobili, Monti ha tolto le castagne dal fuoco a migliaia di amministratori locali che ancora non avevano deliberato la tariffazione. Ieri avevamo fatto l'esempio del Comune di Lecce che aveva ritirato la delibera e rimandato tutto a nuova consiliatura.
Intanto, resta alto il livello di tensione e di attenzione dei sindaci pugliesi sulle roventi e irrisolte questioni di finanza comunale in discussione in questi giorni in parlamento.
Il Consiglio Regionale di ANCI Puglia, preso atto della insostenibile situazione di difficoltà manifestata dai sindaci, specificatamente sulle questioni dell'IMU e del Patto di stabilità esprime formalmente ad ANCI Nazionale la richiesta di intraprendere una azione forte nei confronti del governo.
"I comuni, per dignità istituzionale e costituzionale - tuonano dall'Anci Puglia - esigono risposte immediate e positive, senza le quali si troveranno nell'impossibilità di procedere alla approvazione dei bilanci di previsione.
L'ANCI Nazionale, nell'incontro con il governo dello scorso 29 marzo ha ribadito le proprie posizioni su IMU, Patto di stabilità e autonomia organizzativa.
Riscontriamo aperture da parte del governo, come l'esenzione sull'edilizia popolare o con funzioni pubbliche. Ma sappiamo che questo per i comuni significherà un ulteriore taglio al fondo di riequilibrio, oltre ad un inasprimento delle sanzioni per gli enti che non rispettano il patto.
Concordiamo, con il presidente ANCI Nazionale sulla necessità urgente di fare chiarezza con le comunità amministrate sull'Imposta Municipale Unica, attivando una adeguata campagna informativa. L'IMU è di fatto una "imposta statale", i sindaci saranno obbligati ad aumentarne l'aliquota per compensare i tagli subiti a livello centrale. I comuni diverranno meri esattori di una tassa imposta dal governo, da cui i cittadini, a fronte di maggiori esborsi, non riceveranno servizi aggiuntivi.
Sul patto di stabilità infine, raccogliamo lo sblocco di 1 miliardo di euro per i comuni, per far fronte alle spese correnti, ma ribadiamo la indifferibile necessità di modificarne le regole, confermare il non assoggettamento per i comuni inferiori ai 5000 abitanti e, da subito, l'esclusione dal patto gli investimenti indifferibili, cioè quelli riguardanti edilizia scolastica e messa in sicurezza del territorio".
Autore: Maria Nocera
Data: 02/04/2012
Imu, quali aliquote applicare?
di Maria Nocera
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