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Vertenza Bat Lecce, Cgil: riconversione catastrofica in altri siti lasciati dalla Bat

Data: 28/09/2010 - Ora: 16:27
Categoria: Economia

Vertenza Bat Lecce, Cgil: riconversione catastrofica in altri siti...

Delocalizzazione = massimo profitto con minimo rendimento. A Bologna e Rovereto lavoratori in Cig da anni o nei call canter

"Se il risparmio sul costo del lavoro è di 9 mln, per BAT andarsene dall'Italia significa risparmiare almeno 100 mln l'anno",ecco lavera ragione, secondo laCgil di Lecce:"Gli esiti della vicenda della British American Tobacco a Lecce riguarda tutto Paese: è quello che cerchiamo sin dall'inizio di far comprendere e i lavoratori sembra siano stati i primi ad aver capito. A questo proposito rispondiamo anche ai lavoratori dell'Adelchi che hanno accolto il messaggio della Cgil: noi non lasceremo indietro nessuno e siamo pronti a lanciare con forza la mobilitazione generale che comprenda tutte le vertenze del nostro territorio".

Da Lecce parte la lotta anche per il cambiamento delle politiche di governo nazionale. Perché, sia chiaro, se permettiamo che una multinazionale in attivo abbandoni l'ultimo stabilimento che manteneva la produzione in Italia, delocalizzando in territori esteri, l'intero Paese verrà danneggiato profondamente. Per questo non accogliamo in nessun modo quanto i vertici della BAT insistono con il ribadire: rifiutiamo la proposta di una riconversione dello stabilimento. Questo anche perché, contrariamente a quanto affermato dall'azienda, si tratta di un percorso che si è rivelato catastrofico in altri siti italiani. È il caso di Bologna e di Rovereto dove la Bat ha dismesso gli stabilimenti con la prospettiva della riconversione: il risultato?

I lavoratori sono in cassa integrazione da anni e qualcuno sta cercando di sopravvivere con lavoretti di fortuna o ricorrendo ai call center. Se questa è la riconversione, noi ci dichiariamo indisponibili a risposte che non garantiscono la dignità dei lavoratori. Attraverso la difesa di questo sito produttivo e dei posti di lavoro, si apre la battaglia a livello nazionale per rilanciare il sistema Paese. È ormai chiara l'intenzione della BAT di delocalizzare la produzione, ma il costo del lavoro nel nostro territorio non è sicuramente il loro onere maggiore: questa multinazionale ha pensato bene di continuare a mantenere il mercato in Italia, con tutti gli utili che ne convengono, ma vuole liberarsi del regime fiscale italiano.

Massimo profitto con il minimo rendimento alle casse del nostro Paese. Se con la delocalizzazione della produzione il risparmio sul costo del lavoro dovrebbe aggirarsi intorno ai 9 milioni l'anno, per la BAT andarsene dall'Italia significa risparmiare, secondo stime solo approssimative, almeno 100 milioni di euro all'anno. Un doppio vantaggio per la multinazionale, un doppio danno per il territorio e per il Paese. Per questo chiediamo con forza che il Governo prenda in mano la vicenda e svolga un ruolo decisivo nella risoluzione della vertenza: nell'interesse di tutti, del Salento, dell'intero Paese".

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