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Data: 05/11/2012 - Ora: 16:46
Categoria:
Attualità
Comune: Vernole
(LE)
Si è tenuta ieri mattina la manifestazione dedicata a due vittime della guerra che solo ieri hanno fatto rientro nella terra natìa
La storia di una mamma che ogni domenica prepara il pesce. Quello che piace a suo figlio, quel figlio che è dovuto partire e andare lontano, in guerra. Quel figlio che potrebbe tornare in qualsiasi momento e che non ha un cellulare per annunciare il suo ritorno, e nemmeno per dare sue notizie. Perchè siamo nei primi anni ’40. E siamo molto lontani da cellulari, smartphone e tecnologia. Ci sono le lettere. Ma non è detto che ci siano le condizioni per scriverle o per riceverle.
E quindi attendere. Questo è quello che ogni mamma, moglie o figlio di un soldato in partenza ha fatto quasi settanta anni fa. Aspettare l’arrivo, e la fine di un incubo chiamato guerra, che ha distrutto storie, vite e famiglie.
Poi ogni tanto, una storia senza ritorno. Attesa vana, la lettera che dà il proprio familiare come "disperso". Ed è disperazione, angoscia e tristezza.
Perchè quel corpo non fa ritorno tra le braccia dei suoi cari, sulla bocca di sua moglie e tra le coccole dei suoi bambini. E’ fermo. Lontano. E quasi sicuramente, è freddo.
Portare a casa quella storia, a casa sua, sembra l’unica fine ammissibile in una vita vissuta col vuoto di chi non c’è per rendere onore e omaggio a chi ha speso la sua vita e le sue energie per la propria terra. E per i suoi cari, per quella moglie che magari ha ancora la foto del marito mai più tornato appesa alla collanina su un collo con le rughe del tempo che è passato. Per i figli, e per tutti coloro che, solo conoscendo la storia proveranno a riflettere su un avvenimento che non è fantasia, ma vita reale. Densa di sofferenza e di mancanze.
Alfredo Stefanelli e Salvatore De Matteis. Due uomini che la guerra l’hanno conosciuta. Due partenze. Due vite che si sono fermate al di là del territorio italiano e quindi due non-ritorni. Vernolesi, vittime della Seconda Guerra Mondiale. Sono loro i due protagonisti della giornata di ieri, 4 Novembre, e della manifestazione che si è tenuta a Vernole che ha commosso i presenti e chi ha voluto provare a conoscere le loro storie di silenzio e dolore.
Il rientro in patria. Nella loro terra natìa. Di certo non il ritorno che avrebbero sperato. Nei tempi e nei modi. Ma adesso sono a casa. Dopo anni di sepoltura in terra straniera (Austria e Germania). E la popolazione conosce le loro storie.
Anche i più piccoli, quelli che la storia la stanno ancora apprendendo sui libri e che hanno ascoltato attentamente le parole del Sindaco di Vernole Mario Mangione e della Dirigente dell’Istituto Comprensivo Maria Grazia Cucugliato, assistendo personalmente ad una manifestazione che rimarrà impressa anche nei loro occhi come in quelli di tutti coloro che solo leggendo queste righe e ascoltando la storia di Alfredo e Salvatore, continueranno a riflettere.
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