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Summer School a Carpignano. Un viaggio interiore che diventa testimonianza

Data: 13/09/2012 - Ora: 12:17
Categoria: Attualità
Comune: Carpignano Salentino (LE)

Summerschool

Docenti e professionisti, giovani partecipanti, partecipazione popolare nella Piazza di Carpignano. Questo e tanto altro: la Summer School

Si è conclusa pochi giorni fa la prima edizione della Summer School: baratto, snodi, scambi tra performing art e community care. L'iniziativa è un progetto del prof. Salvatore Colazzo, docente dell'Università del Salento e responsabile scientifico dell'iniziativa, ed è promossa dal Consiglio Didattico dei Corsi di Area Pedagogica, dal Dipartimento di Storia, Società e Studi sull'Uomo dell'Università del Salento e dalla Rete Italiana di Cultura Popolare, in collaborazione con il Comune di Carpignano Salentino e l'Associazione "Officine Culturali". Cinque giorni di intenso studio, riflessione e, soprattutto, baratto di esperienze, energia, emozioni.

I lavori, che si aprivano con una sessione seminariale che si protraeva per l'intera mattinata, continuavano nelle ore successive con un ricco pomeriggio di training e laboratorio teatrale, per concludere la serata con i "Dopo Cena", dedicati alla proiezione di video e filmati a tema.
Immancabili e importanti gli ameni momenti conviviali di pranzo e cena, preziose occasioni di socializzazione e condivisione. Discrezionale la scelta di risiedere a Carpignano per la durata della scuola, ma farlo ci ha consentito di vivere totalmente l'esperienza, non interrompendo quel flusso di energia e magia che si creava durante la giornata.
Nel corso delle attività mattutine, docenti di spicco e professionisti nel campo delle arti performative, provenienti da diverse città italiane, hanno portato il loro contributo: da Franco Perrelli a Mauro Marino, Franco Ungaro, Paolo Apolito, Mariano Longo, Salvatore Bevilacqua, Giovanni Invitto, Nicola Saverese, Mario Blasi, Clelia Sguera. E ancora da Salvatore Colazzo a Rocco De Santis, Rossella Del Prete, Franca Pinto Minerva, Antonia Chiara Scardicchio, Nicola Paparella, Vito D'Armento, Giorgio Colopi, Paola Leone, Fabio Musci. Svariati i temi trattati: il teatro sociale; l'esperienza di Eugenio Barba e l'Odin; la performatività della cultura ROM; il teatro come strumento di scoperta di sé attraverso l'incontro con l'altro; il teatro rieducativo in carcere; la festa come elemento costitutivo della specie umana e mezzo di intensificazione della socialità; l'improvvisazione teatrale; il valore simbolico ed economico del baratto e delle arti performative in periodo di crisi; le arti performative nella cura della comunità; l'importanza del passato e il ruolo della narrazione per la costruzione del futuro e lo sviluppo di comunità; il teatro della gioia e altro ancora.
Nel pomeriggio, 45 minuti di training, condotti dagli operatori teatrali Laura Giannoccaro ed Emanuele De Matteis i quali, con solare professionalità, hanno proposto esercizi utili ad eliminare le barriere fisiche e psicologiche tra noi e l'altro e a creare uno straordinario spirito di gruppo.
Spirito di gruppo, che si è ulteriormente rafforzato nelle successive ore di laboratorio, tenuto dal regista teatrale, Antonio Damasco, dalla dott.ssa Ada Manfreda, pedagogista, e dal cantautore griko Rocco De Santis. Un viaggio tra le "Narrazioni Binarie" degli antichi casellanti, i quali un tempo abitavano, insieme con la propria famiglia, i caselli in prossimità dei passaggi a livello, che dovevano azionare. Sui loro racconti, raccolti dalla dott.ssa Ada Manfreda in una precedente fase di ricerca, abbiamo lavorato insieme, percorrendo un doppio binario: quello contenutistico, volto a selezionare i passaggi del testo significativi per tratteggiare la figura del casellante e lo scenario entro cui era inscritta; quello tecnico, basato su espedienti di lettura e recitazione, che il prof. Antonio Damasco con professionalità, pazienza e simpatia ha suggerito.
Meta del viaggio, la piazza di Carpignano per una serata di restituzione delle narrazioni, festa e scambio tra la comunità carpignanese, depositaria della tradizione del "baratto culturale" e del teatro di comunità, avviata nel 1974 da Eugenio Barba; la comunità di casellanti, che hanno donato le proprie testimonianze; le associazioni che attualmente, al fine di riqualificarli e risignificarli, gestiscono i caselli, ormai abbandonati essendo il casellante sostituito dalle macchine, e tutti noi, che a vario titolo abbiamo partecipato alla Summer School.
Così, sotto la Torre dell'orologio, i cui rintocchi rievocano i ritmi di vita dei casellanti, scanditi dal passaggio del treno, abbiamo restituito il lavoro svolto durante il Laboratorio: dal balcone all'ape, da una bici che spuntava dalla folla, alle sedie dislocate tra la gente, riecheggiavano, attraverso la nostra voce, le parole di quei casellanti, accompagnate dai suoni elettronici di Luigi Mengoli e dalle canzoni di Rocco De Santis, con il contributo del percussionista Franco Nuzzo, di Gabriele Montinaro al clarinetto e degli attori Laura Giannoccaro ed Emanuele De Matteis.
In pochi minuti, un'energia contagiosa si è diffusa tra i presenti, convolti in canti e balli popolari, una gioia condivisa, alimentata dall'arrivo del trampoliere "Lillo Birillo", il quale insieme con i "Summerini" ha guidato la folla, in corteo, presso il Palazzo Ducale, dove con un concerto rock, la consegna degli attestati e tanta gioia nei cuori è calato il sipario su questa prima edizione di Summer School. E già si vive la nostalgia di quei giorni, nell'attesa di un'edizione futura.

Autore: Stefania De Santis

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