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Data: 21/08/2012 - Ora: 10:30
Categoria:
Cronaca
La cosa più riprovevole è che il divieto è stato imposto ad una donna in stato di gravidanza
Caro ombrellone ma non solo. In molti stabilimenti balneari è stato fatto divieto di introdurre bevande e borse termiche con cibo con la giustificazione di un presunto decoro. Divieti e limitazioni ai più incomprensibili.
A tal proposito a Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" sono giunte segnalazioni di ogni tipo, ma le più inqualificabili, per non dire immorali riguardano alcuni turisti che si sono visti letteralmente cacciare da uno stabilimento balneare, dopo aver pagato regolarmente il posto sotto l'ombrellone, per aver portato con sé alcune bevande e qualche panino in una piccola borsa frigo.
La cosa più riprovevole è che tra di essi ci fosse una donna in stato di gravidanza ed un'altra che portava con sé un contenitore per alimenti che serviva a trasportare anche la pappa di un lattante. È accaduto in uno dei tanti stabilimenti di Porto Cesareo dove trovare una sdraio libera la scorsa settimana era diventata cosa ardua, e forse un abbaglio dovuto allo stress di questi giorni ha fatto dimenticare ai gestori di un lido le maniere buone specie nei confronti di categorie più deboli quali donne incinte e bebè.
Sempre per D'Agata se è comprensibile che vi siano limitazioni alla fruizione di pasti e bevande all'interno dei lidi che sono oggetto di concessione anche per il rispetto di un certo decoro o di un diritto alla selezione della clientela che ciascun concessionario vuole mantenere, è pur vero che non esiste alcuna norma, neanche di natura contrattuale che preveda il divieto di portare con s'è una borsa termica per consumare i propri cibi o bibite nelle aree non oggetto di concessione quale la battigia o la spiaggia pubblica.
Per tali ragioni, "ricevuta la segnalazione, abbiamo provveduto ad informare la Capitaneria di Porto di zona tanto più che non risulta in essere alcuna ordinanza del Comandante locale o del sindaco che abbia limitato la fruizione di cibi e bevande sulle spiagge del litorale di Porto Cesareo. Si tratta, quindi di un atto di scortesia che censuriamo e che rendiamo pubblico per evitare che in futuro se ne possano ripetere degli altri, tanto più che ci risulta che la gran parte dei gestori dei lidi, pur prevedendo limitazioni, esibendole con appositi cartelli all'ingresso, hanno dimostrato da sempre notevole spirito di tolleranza specie nei confronti delle categorie colpite dall'inqualificabile comportamento tenuto nella circostanza da soggetti screanzati che meriterebbero il ritiro immediato della concessione demaniale".
Autore: Maria Nocera
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