Solo un mese fa era stato rieletto sindaco di Barletta, dopo aver vinto le primarie di coalizione, con un risultato più che lusinghiero per sè e per la coalizione di centrosinistra che lo sosteneva, eppure, non è bastato. Così Nicola Maffei si è dimesso dopo incomprensioni iniziate già all'indomani della stessa elezione. Ieri, la maggioranza non è riuscita dopo tre votazioni in Consiglio ad eleggere il presidente dell'assemblea. Maffei, che già ieri sera aveva annunciato le dimissioni, è al suo secondo mandato. Oggi scade il termine per i Comuni per l'approvazione del bilancio, pena lo scioglimento del Consiglio e il commissariamento. "La norma prevede che il prefetto intimi al sindaco – ha spiegato Maffei in una conferenza stampa – di approvarlo al massimo nei 20 giorni successivi". "Nello stesso arco di tempo - ha concluso – mi auguro che i partiti e la coalizione trovino la quadra e facciano sintesi, solo così ritirerò le mie dimissioni e amministreremo la città"

Il sindaco aveva nominato gli assessori dopo 40 giorni dalla elezione, la scorsa settimana, utilizzando quale criterio quello del primo dei non eletti nei partiti presenti in consiglio comunale. A tale risoluzione il sindaco era giunto dopo avere, invano, chiesto ai partiti di centro sinistra di fornire le proprie indicazioni. E' stato però proprio nel suo partito, il Pd, che si sono verificai i problemi e le divisioni più profonde e che hanno portato anche alle dimissioni del segretario cittadino Franco Caputo.