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Salento, Bellanova: il lavoro nero nell'agricoltura è drammatico

Data: 01/07/2010 - Ora: 11:48
Categoria: Economia

Salento, Bellanova: il lavoro nero nell'agricoltura è drammatico

"In una società civile" conclude la Bellanova "quella che emerge da questi controlli è una realtà assolutamente drammatica, una negazione dei valori della vita e del lavoro che non può più essere tollerata".

"Gli esiti dei controlli ispettivi nelle aziende, effettuati in provincia di Lecce, confermano quanto emerso nella recente indagine conoscitiva, da me richiesta, svolta dalla Commissione Lavoro della Camera". L'On. Teresa Bellanova commenta i dati sulle irregolarità emerse nelle aziende salentine in materia di lavoro e sicurezza. Una su tre delle imprese controllate, operanti nel settore agricolo, non rispetta le regole. Una quota che arriva quasi a toccare il 70% nel settore edile. "È una situazione inaccettabile che deriva da diverse cause.

Tra queste c'è sicuramente la crisi economica che tutto il mondo sta conoscendo, ma ad essa vanno ad aggiungersi altri fattori. Va purtroppo rilevata una scarsa propensione di alcune imprese ad adeguarsi spontaneamente alla normativa vigente in materia. Anche il meccanismo delle gare pubbliche al massimo ribasso, però, contribuisce a mettere in moto questi meccanismi irregolari di riduzione dei costi". "Come dimostrano gli esiti dei controlli e come sostenevo nell'interrogazione presentata nel luglio 2008, in cui sollecitavo l'ampliamento dell'organico ispettivo, la frequenza e capillarità dei controlli è sicuramente uno strumento fondamentale nel contrasto a questi fenomeni. Ma a questi deve anche essere fornito un supporto normativo incisivo, adeguato alla gravità del fenomeno".

"La tutela della vita umana, della dignità e dei diritti dei lavoratori" prosegue la parlamentare del PD "devono essere assolutamente prioritarie nell'approccio a questo problema. Per questo ritengo inappropriati i diversi tentativi di edulcorazione del Testo Unico su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, varato dal Governo Prodi nel 2008, da parte dell'attuale Governo. Quel testo intensificava, da un lato, le sanzioni penali e pecuniarie ovviamente comminate con la dovuta gradualità e, nei casi più gravi come la mancata valutazione dei rischi di lavoro cui possono essere esposti i lavoratori che svolgono attività ad elevata pericolosità, arrivava a prevedere anche l'arresto da 6 a 18 mesi per il datore di lavoro.

Dall'altro lato però, incentivava le aziende virtuose, attraverso le agevolazioni fiscali, per esempio, e l'inserimento del rispetto delle norme in materia di lavoro e sicurezza tra i parametri di valutazione ai fini dell'aggiudicazione di appalti pubblici. L' attacco continuo al Testo Unico oltre a rappresentare un atto vergognoso, rappresenta anche un grave segnale culturale che il Governo consegna alla nostra società poiché con esso si tende a legittimare ed a giustificare un sistema che verte sull'irregolarità e che è a solo appannaggio di quei pochi imprenditori che delle regole proprio non ne vogliono sapere". "In questo sconcertante scenario va poi ad inserirsi anche il fenomeno del caporalato, da noi purtroppo ancora largamente diffuso, per contrastare il quale ho già proposto in Parlamento l'istituzione del reato penale di grave sfruttamento del lavoro". "In una società civile" conclude la Bellanova "quella che emerge da questi controlli è una realtà assolutamente drammatica, una negazione dei valori della vita e del lavoro che non può più essere tollerata".

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