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Rignano Garganico. Un ghetto privo di umanità

Data: 23/08/2016 - Ora: 10:26
Categoria: Politica

rignano

Michele Emiliano: "Nessuno può entrare in quel campo, neanche le forze dell'ordine. Lì comanda la camorra non lo Stato"

Due importanti riviste, L'Internazionale e L'Espresso, si sono interessate del caporalato nel foggiano da molti anni. Gli ultimi reportage questa settimana riportando le condizioni inumane in cui versa il ghetto in cui, dice Emiliano sul suo profilo Facebook: "Nessuno può entrare in quel campo, neanche le forze dell'ordine. Lì comanda la camorra non lo Stato". Sia quello de L'Internazionale che quello de L'Espresso documentano le condizioni nel "gran ghetto" e sui campi in cui si raccoglie l"oro rosso" che non vale più quanto prima ma vale lavorare quanto più in fretta possibile perchè più cassoni si riempiono più si guadagna, con o senza contratto. Altri migranti arrivano perchè "il pomodoro si deve raccogliere in fretta". Chi non risiede nel "gran ghetto" o in altri luoghi minori egualmente controllati, non può ottenere un ingaggio.
L'organizzazione mafiosa lucra sui "servizi" offerti al campo (affitto delle baracche, cibo, bevande, prostituzione, droga, e naturalmente l'intermediazione della mano d'opera) per ottenere un vantaggio economico. Le aziende agricole pugliesi e soprattutto non pugliesi che alimentano il circuito nelle fabbriche del pomodoro sempre più in crisi per la concorrenza estera, devono per forza fare riferimento ai caporali collegati al ghetto per trovare manodopera che non potrebbero ottenere altrimenti.

Tutti sono stufi di lavorare in quelle condizioni ma intanto nulla cambia. Michele Emiliano ha promesso che questo è l'ultimo anno in cui esisterà la vergogna del ghetto di Rignano Garganico. E' pronta anche la legge contro il caporalato che dovrebbe essere approvato in Parlamento entro la fine di settembre.

Intanto, la Regione Puglia ha avviato con il Governo una collaborazione per costruire una moderna struttura che ospiti civilmente i lavoratori (che non sono migranti) che ogni anno con regolare permesso di soggiorno rendono possibile l'economia agricola della Capitanata e dell'Italia intera.
La Regione Puglia ha messo a disposizione due aree di sua proprietà dove realizzare provvisoriamente la "Foresteria della Aziende Agricole Foggiane" ed ha assunto l'impegno a sostenere i costi di gestione della struttura e del trasporto dei lavoratori presso i luoghi di lavoro.

"Nonostante fossimo partiti con ampio anticipo l'operazione non si è potuta realizzare per inaspettate e improvvise difficoltà burocratiche del Governo nel finanziare la realizzazione della Foresteria, nonostante gli impegni presi in tal senso.
Sono certo però che questo sarà l'ultimo anno in cui lo Stato tollererà l'esistenza di un simile scempio delle persone e dei loro diritti, anche di libertà religiosa, se è vero che in quel luogo non si può neppure pregare cristianamente come leggo sull'Espresso.
Alla luce di quanto detto la Regione Puglia pretende al più presto lo sgombero dell'area del ghetto e la sua restituzione al demanio regionale.
Chiede inoltre che le aziende agricole pugliesi si facciano carico dell'allestimento permanente delle Foresterie necessarie allo svolgimento della stagione agricola con l'aiuto anche economico della Regione.
Insomma, nonostante le enormi difficoltà nelle quali siamo stati lasciati, non faremo un solo passo indietro e pretenderemo l'aiuto delle Forze dell'Ordine di cui la Regione purtroppo non può disporre direttamente.
Lancio infine un appello al Ministro Orlando, che domani farà un viaggio lampo in Capitanata, e al Parlamento, affinché la nuova legge contro il Caporalato sia approvata al più presto.
La Puglia non può più essere lasciata sola a difendere i diritti umani il cui rispetto è il fondamento della nostra civiltà".

Autore: Maria Nocera

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